De Appel, licenziato Lorenzo Benedetti per “ragioni interne”. Il mondo dell’arte si mobilita

di Paola Pirovano

Il mondo dell’arte olandese si mobilita per il direttore artistico del centro di arte contemporanea De Appel di Amsterdam, Lorenzo Benedetti, e lancia una petizione per chiederne il reintegro. Del resto la notizia del suo licenziamento, arrivata lo scorso settembre, aveva suscitato scalpore e la stampa specialistica aveva parlato di una manovra “brutale” totalmente ingiustificata.

Lorenzo Benedetti era infatti stato nominato curatore del De Appel solo 15 mesi fa, dopo il grande successo riscosso nel 2013 alla Biennale di Venezia, dove si era appunto occupato del Padiglione Olandese. Il suo arrivo era stato salutato molto positivamente dal settore artistico, e sotto la sua guida De Appel si è rapidamente affermato come “place to be” per gli appassionati di arte contemporanea.

Ma il successo della partnership è stato breve e il licenziamento del curatore è arrivato come un fulmine a ciel sereno.

Il testo della petizione, non a caso, giudica le giustificazioni fornite da De Appel insufficienti e chiede una maggiore trasparenza da parte del consiglio di amministrazione. Intervistata dal Volkskrant, la direttrice generale Alexandra van Huffelen ha definito la decisione come l’esito di “problemi interni irrisolvibili” senza fornire ulteriori dettagli.

Senza mettere in dubbio le competenze curatoriali di Benedetti, van Huffelen ha parlato della necessità di avere una figura che sia fonte di ispirazione internamente e esternamente e che trasmetta una visione del futuro. Citando il parigino Palais de Tokyo e la Serpentine Gallery di Londra quali casi esemplari.

Scettica la reazione del mondo dell’arte: per Domeneik Ruyters, capo redattore di Metropolis M, il licenziamento di Benedetti è “sintomatico della tendenza attuale”, che spiega definendo il De Appel come un’impresa ossessionata dal marketing. Ed è proprio la retorica manageriale del Centro che, dai firmatari della petizione, viene duramente criticata.

Per il momento, nessuna dichiarazione ufficiale da parte del diretto interessato.

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