di Ginevra Bittante
“La mia storia personale non è importante, per questo ho fatto una scelta: quella di parlare di Baschira”, ci dice Davide Cristiani, in arte Baschira, artista italiano ad Amsterdam da anni. Il suo album di debutto, Zsdasdat, è atteso per il 12 giugno 2020. L’EP comprende 6 tracce totali, di cui una, Il Biondo, è già uscita lo scorso marzo.
“Baschira è un personaggio vissuto nel mio paese natale, Budrio, nell’Ottocento. Voglio focalizzarmi sul suo personaggio e sul suo messaggio È di Baschira che voglio parlare, non di me.”

Come è che Davide Cristiani è venuto a conoscenza di Baschira? “Me lo sono andato a cercare,” spiega il cantautore bolognese. “Cercavo un esempio di libertà. Le regole sono giuste, ed è giusto rispettarle. Però è anche giusto pensare con la propria testa. A volte dobbiamo fare delle scelte -non violente- considerate, tuttavia, da “brigante”; cioè che vanno contro la legge.”
Baschira era un brigante che voleva far sollevare i contadini italiani contro l’occupante francese, ci spiega Cristiani. “La sua forma di rivolta consiste, nella pratica, nel bruciare i registri di coscrizione obbligatoria, nell’ appropriarsi dei fucili della guardia nazionale e infine nel consumare un sostanzioso pasto a spese dei ricchi signorotti locali. È una sorta di Robin Hood, che cercava di aiutare gli abitanti di Budrio.” Un Robin Hood, che tra l’altro – ci spiega l’artista – odiava la violenza.
Cosa ha spinto il cantautore bolognese a trasferirsi in Olanda? “Me ne sono andato dall’Italia per la situazione che si era creata con Berlusconi. La sua dittatura mediatica mi impediva di vedere un futuro in Italia”. Alcuni anni per mettere radici, diversi lavori in passato e ora un presente da insegnante di musica: “ Sono ad Amsterdam da circa 10 anni. E sono felice, perché ho realizzato quel futuro che in italia non riuscivo ad immaginare,” ci racconta.
Zsdasdat, che in bolognese significa “svegliati”, l’album di Baschira, è un po’ l’apice di questa realizzazione personale. La sua musica cerca di dare una consapevolezza nuova alle persone, dice: “Non c’è bisogno di ribellarsi o fare chissà quale rivoluzione usando la forza. È più un cambiamento interiore, un risveglio della coscienza. Il risveglio deve essere individuale, un momento in cui si capisce che non si può più stare con gli occhi chiusi.”

L’album comprende 6 tracce totali. Una di queste, Il Biondo, è uscita l’8 marzo come singolo. “Credo che Il Biondo sia la canzone più rappresentativa del mio lavoro”, prosegue Baschira “Le altre sono un po’ diverse. Ce n’è una, ad esempio, in cui ho inserito il frammento di un discorso di un politico degli anni Novanta; credo che quel discorso nel parlamento italiano, abbia scosso le coscienze.” dice ancora. Ma avverte: “Ora, non voglio che le persone parlino della mia canzone associandola a quel politico ma voglio porre in primo piano il momento in cui è stato detto per la prima volta in parlamento “qui siamo tutti ladri, e rubiamo tutti.”
Le tracce che usciranno nell’EP sono frutto di un lavoro di 10 anni, spiega il cantautore bolognese che è la sintesi di tante idee avute nel lasso di una decade. Ma è stata la strage al Bataclan di Parigi ad averlo convinto fosse ora, di pubblicare il materiale prodotto.