CRISI GRECA Rutte si scusa per le false promesse, poi si perdona da solo: “nessuno poteva prevedere”. E intanto crescono i malumori nei confronti del premier

Il ministro delle finanze Dijsselbloem è stato rieletto ieri alla presidenza dell’Eurogruppo: altri due anni e mezzo a guida olandese all’orizzonte. Del resto passata la tempesta del referendum ellenico e dopo la resa di Tsipras, Dijsselbloem, di cui qualcuno chiedeva la testa appena qualche giorno fa, esce ora incolume se non rafforzato dai negoziati.

Il premier Rutte porta invece i segni della battaglia. In una conferenza stampa tenutasi ieri a margine delle trattative, infatti, il politico del VVD sarebbe stato stato costretto ad ammettere il fallimento nei confronti dei propri elettori. Tra le promesse vi era stata quella del “nessun soldo alla Grecia”, ma la nuova tranche di aiuti annunciati dall’Unione (circa 86 miliardi di euro) significa, almeno per il leader liberale, aver disatteso il proprio bacino elettorale.

Rutte, secondo quanto riportato dal Volkskrant, ha poi affermato che: “il denaro per la Grecia non influirá sul budget olandese. E che nessuno avrebbe potuto prevedere un cambiamento così drastico della situazione greca”. Confessione e autoassoluzione, insomma. Ma per il Financieele Dagblad i soldi che i Paesi Bassi dovranno sborsare ammontano a quasi 5 miliari di euro, e i malumori alla Camera Bassa non hanno tardato a materializzarsi.

Da una parte Wilders e i democristiani di CDA attaccano Rutte per il costo degli aiuti alla Grecia, mentre il leader dei D66, Alexander Pechtold, si rallegra per l’abbandono della “maschera elettorale” da parte del premier.

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Presto la stessa Kamer dovrà approvare a sua volta la risoluzione dei negoziati, forse già giovedì prossimo. Ma con il clima di sfiducia che le promesse disattese di Rutte hanno generato, non é detta l’ultima parola.

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