La Corte Penale Internazionale (ICC), ha ricevuto una nuova richiesta di indagine per crimini di guerra in Palestina. La denuncia chiede, infatti, di indagare su alti funzionari di USA e Israele, tra i quali Donald Trump, Benjamin Netanyahu, Mike Pompeo e Jared Kushner.
Ad aver presentato il reclamo all’ICC è stato il professor William Schabas, il quale ha spiegato tutti i dettagli venerdì scorso, durante una conferenza stampa. La ragione della richiesta sarebbe il cosiddetto piano “Peace to Prosperity”, una proposta dell’amministrazione Trump che prevede l’annessione da parte di Israele di alcuni territori palestinesi.
Schabas ha presentato questo reclamo in nome di quattro cittadini palestinesi, direttamente interessati dalle conseguenze del suddetto piano.
La loro richiesta, sottolinea come il piano proposto violi il diritto internazionale. Il piano, infatti, sarà implementato in maniera unilaterale, senza il consenso della Palestina, e mira all’annessione dei territori palestinesi.
Con questa comunicazione, si invita l’ICC ad indagare proprio su questo aspetto. Si dichiara, inoltre, che esistano prove attendibili del fatto che Trump, Netanyahu, Pompeo e Kushner, e altri alti funzionari, siano complici in quelli che possono essere definiti crimini di guerra. Ad esempio, il trasferimento della popolazione nei territori occupati e la minaccia di annessione del territorio dello Stato di Palestina.
Schabas, ha spiegato di aver sottoposto questo reclamo all’ICC per invitare il tribunale ad includere questo piano nell’inchiesta sui crimini di guerra israeliani. A dicembre, infatti, si è conclusa un’indagine preliminare sulla situazione palestinese, durata 5 anni, secondo la quale, è fondato credere siano stati – e siano ancora- commessi crimini di guerra in Cisgiordania.
All’inizio di questo mese, l’ICC ha dichiarato che continuerà ad indagare sui crimini di guerra israeliani, nonostante l’applicazione continua degli Accordi di Oslo del 1993. Trump, ha reagito imponendo sanzioni all’organizzazione intergovernativa.
Il piano violerebbe i diritti umani della popolazione palestinese, come si sottolinea nel reclamo presentato all’ICC. In particolare, il diritto all’autodeterminazione, alla cittadinanza e alla libertà di movimento all’interno del territorio palestinese.
