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Coronavirus tra le acque reflue, Belgio ne avvia il monitoraggio

Dal 15 settembre il Belgio ha un nuovo strumento di sorveglianza del coronavirus. Quest’ultimo monitora la circolazione del Covid-19 analizzando campioni di acque reflue,  ha dichiarato lunedì Sciensano, l’istituto della sanità pubblica. Il monitoraggio delle acque reflue ha il vantaggio di mappare la circolazione del virus con diversi giorni di anticipo al contrario dello screening individuale dei campioni umani, spiega l’istituto Sciensano.

Tuttavia, non intendono sostituire i test clinici individuali con il monitoraggio delle acque di scarico. “Questo è un sistema di allarme che supporta una politica sanitaria proattiva” ha sottolineato l’istituto. Il suo ruolo è quello di rilevare possibili fasi future di una recrudescenza dell’epidemia. “La sorveglianza delle malattie infettive dalle acque reflue non è una novità”. In precedenza ha già dimostrato la sua funzione come sistema di allerta precoce, ricordando il virus della Poliomelite nei Paesi Bassi, continua Sciensano.

Durante i primi mesi dell’epidemia erano già stati avviati altri progetti di ricerca e sorveglianza delle acque reflue, in particolare dalla SPGE – società pubblica della gestione dell’acqua- e da E-biom, uno spin-off dell’Università di Namur. Inoltre, anche le università di Anversa, Leuven e Ghent, l’Agenzia famminga per l’ambiente e Aquafin, in collaborazione con l’Agenzia Famminga per la cura e la salute nelle Fiandre, hanno avviato progetti simili.

Il nuovo sistema di monitoraggio copre più del 40% della popolazione belga. Per un periodo di due anni analizzano un totale di 42 campioni due volte a settimana. Le aree a maggior densità di popolazione, con un rischio più alto di trasmissione, sono stati designati come siti di raccolta.

Tre laboratori stanno eseguendo le analisi, adottando una metodologia comune. Sono rispettivamente il laboratorio di Microbiologia, Parassitologia e Igiene del Centro di Tossicologia della Facoltà di Scienze Farmaceutiche, Veterinarie e Biomediche dell’Università di Anversa, il secondo è il E-biom ed infine il dipartimento di patogeni alimentari dell’Istituto di Sciensano.

I primi risultati della sorveglianza nazionale verranno ulteriormente analizzati nelle prossime settimane, ha infine dichiarato Sciensano. Recentemente, il Belgio sta affrontando un crescente aumento di contagi. In totale conta 789 ospedalizzazioni, di cui 163 in terapia intensiva.

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