di Ginevra Bittante
Frontiere chiuse, negozi ed attività costretti a tirare giù le saracinesche, distanza di sicurezza tra persone: tutto questo in Svezia ancora non c’è. Il Paese scandinavo per ora non ha quasi imposto nessuna misura anti-Covid19. Il primo divieto entra in vigore domenica, e prevede una restrizione per gli assembramenti di persone. Da domani, non sarà più possibile raggrupparsi in più di 50 persone. A parte questo, però, non ci sono altre misure contro la diffusione del Coronavirus.
Il governo svedese sembrerebbe prendere una posizione simile a quella del primo modello britannico. I comunicati non sono “brutali” come quelli del Primo Ministro inglese, e non si è mai parlato esplicitamente di immunità di gregge. Ma l’idea di base è la stessa, e il Primo Ministro svedese dichiara che il Paese deve prepararsi ad affrontare periodi duri.
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Secondo il governo per ora non esiste un vero e proprio problema. Non si ha necessità di attuare misure più stringenti soprattutto perché la popolazione già di suo non è molto propensa al contatto fisico in generale. E, a parte Stoccolma, la densità abitativa è molto bassa.
“Qui non esiste il contatto sociale tipico del Sud Europa,” ci racconta Luca, un italiano che vive nel paese scandinavo da ormai 3 anni. “Le persone in Svezia stanno molto per conto loro. Il sentito di tutti è che se il governo effettivamente attuasse il lockdown, si rischia che il vicino di casa muoia e che nessuno nemmeno se ne accorga.”

Dopo aver vissuto per due anni a Göteborg, Luca si trasferisce a Uppsala lo scorso settembre, per iniziare un Master in legge nella locale università. Alterna lo studio al suo lavoro presso una ditta italiana. “In ufficio siamo metà italiani e metà svedesi,” spiega. “Quando il presidente della società ha consigliato di attuare lo smart-working, vista la diffusione della pandemia, i miei colleghi italiani hanno seguito le indicazioni. Molti colleghi svedesi invece, il giorno dopo si sono presentati lo stesso in ufficio.” Il popolo svedese tende infatti a seguire esclusivamente le indicazioni del governo, più di qualsiasi altra cosa. “C’è la certezza però che se il governo dicesse di rimanere a casa, tutti gli svedesi seguirebbero le raccomandazioni.”
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Gli italiani attualmente in Svezia però sembrerebbero adottare una mentalità più simile a quella vissuta in Italia. “La paura c’è tra gli italiani,” racconta Luca. “Molti miei amici sono molto preoccupati perché i loro figli continuano ad andare a scuola.” Le scuole per tutti coloro sotto i 16 anni rimangono infatti aperte e con l’obbligo di frequenza. Per le università invece, le lezioni si svolgono online. Anche se gli edifici e gli spazi pubblici, come le biblioteche, rimangono aperti. “Italiani e svedesi stanno vivendo questa situazione agli antipodi.”
E a Stoccolma? “Quando i numeri hanno iniziato a crescere, una settimana fa circa, il governo ha deciso di chiudere anche le università e le palestre (ma sono subito state riaperte)”, racconta Simone, 24 anni, nella capitale da gennaio per un tirocinio. “Per qualche giorno alcuni generi alimentari sono spariti dagli scaffali , ad esempio il pollo e la pasta; però in breve tutto è tornato alla normalità. È difficile capire quali siano state le misure attuate, perchè di per sè l’impatto è stato quasi nullo: i mezzi di trasporto funzionano normalmente”. Non c’è lockdown , dice, ma la gente esce meno; i ristoranti sono mezzi vuoti e molti stanno puntando su take-away o sul delivery.
“Fermarsi equivale a distruggere la Svezia. E per il governo, questo sarebbe lo scenario peggiore,” dice Giordana, residente a Goteborg da 4 anni. Ci racconta che i discorsi del Primo Ministro sono pieni di fiducia ed ottimismo. “Tutto è lasciato alla responsabilità individuale,” spiega “Il primo ministro ci incita a continuare a vivere le nostre vite come se nulla fosse. L’unico suggerimento che ci viene dato è quello di mantenere delle distanze di sicurezza, e quindi ad esempio usufruire di servizi take-away, piuttosto che rimanere in un ristorante a mangiare.”
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Giordana racconta che se hai i sintomi tipici del Coronavirus, l’invito è ad attendere che passino e poi uscire tranquillamente. Inoltre, il governo svedese starebbe promuovendo il messaggio: se non manifesti i sintomi, non sei contagioso.
“C’è la sensazione che non ci venga detto tutto,” dice Giordana. “In ogni caso gli svedesi hanno una fede cieca nel governo. Affidarsi a questa fede e mantenere la calma sono tratti tipici del popolo svedese”, aggiunge. E conclude: “dubito si attuerà un lockdown completo come quello in Italia. Questo vorrebbe dire negare la libertà individuale a uno svedese. E per la loro cultura, sarebbe quasi come morire”