di Ginevra Bittante
Helsinki è sigillata: una delle misure anti-Coronavirus più peculiari prese dal governo finlandese, è stata quella di isolare la sua capitale dal resto del Paese. e le città circostanti sono sotto un vero e proprio lockdown, costantemente controllato dall’esercito e dalla polizia. Il confine della regione di Uusimaa – così viene chiamata l’area attorno alla capitale della Finlandia – è sorvegliato h24.
Helsinki è blindata
“Si può entrare o uscire da Uusimaa solo per esigenze mediche o lavorative,” ci dice Markku, un finlandese che attualmente vive a Vantaa, una città vicino a Helsinki. Markku spiega che questa direttiva è stata presa perché la regione della Grande Helsinki conta circa 1,7 milioni di persone, che sono un terzo della popolazione finlandese. Isolare Uusimaa è quindi una strategia che mira a sorvegliare una buona parte dei residenti nel Paese. E, per ora, questa soluzione sembrerebbe aver arginato la diffusione dei contagi. I numeri in Finlandia sono bassi; alla fine della scorsa settimana, il numero di casi era di appena 2487, mentre i decessi 40. “Condivido in pieno la scelta del governo,” commenta Markku. “Sono solo un po’ scocciato, perché per un bel po’ non potrò vedere la mia famiglia, che vive nella regione di Ostrobothnia.”
Nonostante il divieto di lasciare la regione di Uusimaa, la gente è comunque libera di fare passeggiate senza alcuna restrizione. “Possiamo uscire senza problemi per fare la spesa, che deve però essere fatta pagando con carta credito, e non con contanti. E possiamo anche uscire nei paraggi per una camminata,” racconta Markku. “E, anzi, ho notato che sempre più persone adesso camminano lungo i sentieri dei boschi di Vantaa. Probabilmente, questa popolarità è dovuta al fatto che musei e bar sono chiusi.”
Tampere, fuori dalla “zona rossa”
“Lo stesso servizio pubblico di trasporti ci consiglia di usare le bici, invece che i mezzi come gli autobus,” ci dice Gianluigi, un italiano che vive in a Tampere, la terza città più popolosa del Paese, ed è in Finlandia dal 2013. Lui è fuori dalla “zona rossa” di Uusimaa. “I mezzi pubblici comunque funzionano ancora, anche se alcune linee sono state soppresse – ad esempio quelle che portavano nelle zone di lavoro.” E, come in Olanda, anche in Finlandia i primi tre posti dietro ai conducenti dei bus sono chiusi da un nastro e non sono accessibili a nessuno.
Come in molti altri Paesi europei, anche in Finlandia le attività di ristorazione sono state chiuse. “Per ora, il governo ha deciso che tutte le attività di ristorazione – bar, pub, e ristoranti – rimarranno chiuse fino al 30 maggio,” racconta Gianluigi. Anche se teme l’effetto che la chiusura di queste attività avrà sul popolo finlandese. Spiega infatti che l’1 maggio è una delle feste principali del paese, un po’ come il Koningsdag (King’s Day) olandese; durante il Vappu le persone si riversano nelle strade e nei locali per celebrare l’inizio della primavera.
“Confrontandomi con colleghi italiani che vivono in Finlandia, il sentire comune è quello che c’è stato lassismo da parte del governo. (Noi italiani) siamo un po’ delusi dall’atteggiamento delle istituzioni del Paese, che all’inizio non avevano preso seriamente la cosa,” aggiunge Gianluigi. Inizialmente, dice, il governo aveva passato l’informazione che il nuovo coronavirus Covid-19 fosse una semplice influenza. Adesso il governo sta prendendo le misure necessarie, ma, come sottolinea Gianluigi, tutte queste potevano essere prese qualche settimana prima.
Inoltre, stando a Gianluigi, li governo ha sbagliato nel fidarsi troppo dell’istituto sanitario nazionale. Questo infatti non è preparato ad affrontare una tale emergenza. “Per farti un esempio concreto, quando sono andati a recuperare le scorte delle mascherine che avevano, si sono accorti che queste erano scadute nel 2012″, conclude Gianluigi.
Il problema? Le scuole chiuse
Andrea vive in Finlandia dal 2003 e ci racconta invece che secondo lui il cambiamento più grande nella vita quotidiana di tutti riguarda la chiusura delle scuole. “Adesso tutti hanno i figli a casa,” spiega Andrea. “E questo è forse il cambiamento più grande per tutti. Adesso sono circa 1 milione le persone che lavorano da casa in Finlandia, costituendo il 40% della forza lavoro totale. Significa le case adesso sono piene, e che i genitori devono seguire maggiormente i figli.”
Residente a Helsinki da anni ormai, Andrea ci dice che non ha mai pensato di tornare in Italia in questo periodo, e che si sente al sicuro in Finlandia. E come lui, anche molti suoi conoscenti italiani sono rimasti in Finlandia. “Gli unici che sono tornati in Italia, sono coloro che avevano un lavoro temporaneo nella ristorazione, ad esempio, o che non avevano la residenza in Finlandia.”
Una nota di colore raccontata da Andrea, è quella che in Finlandia inizialmente è avvenuto un “piccolo esodo”, esattamente come in Italia. Nel momento in cui la regione di Uusimaa è stata dichiarata “zona rossa”, molti finlandesi si sono rifugiati nei mökki, le residenze estive nei boschi – proprio come quando alcune province del nord Italia erano state chiuse, e molti si sono messi in viaggio per andare altrove. “Rifugiarsi nei propri cottage è comunque stato molto sconsigliato dal governo, visto che spesso il sistema sanitario non riesce a coprire quei posti.” Andrea aggiunge, “molti residenti della regione di Uusimaa, però, l’hanno fatto comunque.”