In Belgio, la percentuale di persone che hanno sviluppato gli anticorpi contro il nuovo coronavirus è del 6%, il doppio rispetto alla scorsa valutazione.
Il risultato arriva da 3.400 campioni di sangue di persone di ogni età. Il dato in crescita è incoraggiante, ma suggerisce che la strada per l’immunità di gregge sia ancora lunga. “La soluzione non è l’immunità di gregge”, ha detto l’epidemiologo Pierre Van Damme a VRT durante il programma De Afspraak. “Tutta l’Europa ne è convinta adesso. Dovremo trovare un’altra maniera”, ha aggiunto.
La crescita c’è stata in tutte le fasce d’età, ma due spiccano tra le altre: quella che va dai 20 ai 30 anni e quella che va dagli 80 ai 90. La prima è la più interessante, secondo l’epidemiologo. “Le analisi sono state fatte su campioni di sangue prelevati dal 20 al 26 aprile. Quegli anticorpi devono aver avuto origine da un’esposizione al virus risalente a tre settimane prima, ovvero alle vacanze di Pasqua. Ciò illustra la diffusione del virus all’interno della popolazione”, ha spiegato durante il programma.
Van Damme ha precisato che i 3.400 test non sono stati effettuati su pazienti Covid-19 nei triage o negli ospedali, ma su persone che si sono recate dai medici di base durante il lockdown. Le prossime analisi per l’immunità verranno fatte tra tre e sei settimane. Queste mostreranno gli effetti del rilassamento delle misure. “Sarebbe interessante vedere una crescita del 3% o 4%, un aumento costante”, ha detto l’epidemiologo, “vorrebbe dire che stiamo procedendo bene.”
Secondo l’esperto, “immunità di gruppo significa che una grossa parte della popolazione è stata contagiata, di sicuro più della metà”. Il raggiungimento dell’obiettivo è ancora molto lontano.