Lo smart lockdown e il distanziamento sociale, causati dalle misure attuate contro il Coronavirus, metteranno in ginocchio i settori di vendita al dettaglio e dell’ospitalità. Venerdì il FoodService Instituut (FSIN) ha previsto che il settore dei servizi alimentari perderebbe 7,1 miliardi nel 2020. I ristoranti, i caffè e gli hotel perderebbero il 41,5% delle loro entrate previste.
Si prevede, inoltre, che i consumatori spenderanno 5,5 miliardi di euro in meno per il cibo, e una diminuzione dell’acquisto di prodotti di lusso in favore di negozi più economici. E naturalmente un’enorme perdita di turisti.
Ad andare bene, secondo la FSIN, sono i supermercati, con un aumento dei ricavi di 1,8 miliardi di euro quest’anno. Soffriranno però le start-up, e le aziende senza una liquidità significativa.
ABN Amro ritiene che i negozi specializzati locali, e quelli con un online competitivo, potranno trarre vantaggio dalla situazione di crisi nata a causa della diffusione del Coronavirus. Gli economisti della banca prevedono che un forte calo della spesa dei consumatori. Questo guiderà a una recessione e un calo del 4% del PIL quest’anno – dimostrato nel fine settimana di Pasqua, quando la spesa è diminuita del 22%.
Nel frattempo, la Rabobank ritiene che, mentre l’89% dell’attività economica olandese può essere realizzato in gran parte da casa, l’11% dei posti di lavoro invece non può farlo. Tra questi sono compresi i settori dell’ospitalità, l’assistenza sanitaria e servizi personali, come il parrucchiere.
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