Il “buon senso” può bastare a salvare i Paesi Bassi da una seconda ondata e soprattutto dall’introduzione di un lock-down vero e proprio. Facendo appello al “buon senso” degli olandesi, il governo spera di evitare misure a corona di vasta portata, scrive AD. “Tuttavia, questo appello giunge in una fase in cui il primo ministro Rutte e i suoi consiglieri sono maggiormente criticati”
La situazione potrebbe paventare la possibilità di un “indietro tutta” rispetto al rilassamento delle misure dello scorso 3 giugno. Due mesi dopo, il numero crescente di infezioni sta costringendo il governo a tornare nella situazione di crisi, a cui aveva appena detto addio, commenta AD. O come dice Rutte: “Speravamo in un’estate spensierata, ma purtroppo non sarà così”.
Il premier se l’è presa con i giovani e con chi non rispetta le misure ma allo stesso tempo non vuole introdurre misure rigide, o almeno si limita a paventarle. D’altronde, questa settimana, mentre aumentava il bilancio dei contagi, non una parola dal governo e anzi, ad aumentare la confusione si è messa RIVM, l’autorità sanitaria, che non vede la necessità di obbligare le persone ad indossare le mascherine: non ci sarebbe”alcuna prova scientifica”.
Il governo, quindi, si è limitato ad autorizzare sperimentazioni locali, de facto scaricando tutta la responsabilità sulle amministrazioni. E le critiche alla gestione della crisi, contro RIVM, aumentano; avrebbe sottovalutato l’impatto delle goccioline nell’aria e soprattutto la necessità di buoni impianti di ventilazione.
E ancora: nessun obbligo di quarantena per chi proviene da zone rosse e arancioni. Rutte ha detto di non essere “un dittatore. E di fare appello agli adulti olandesi”.