Olandese o Inglese? Cosa parlare nelle univerità? Queste domande in genere scatenano la polemica, mettendo a confronto chi vuole promuovere l’internazionalità degli atenei e chi, invece, vuole preservare la lingua olandese. Molte università offrono solo corsi in inglese ormai e il numero degli studenti internazionali cresce ogni anno di più.
In un articolo su FOLIA, però, viene evidenziato anche un altro problema, legato alla sfera “politica” dell’università: quello del coinvolgimento degli studenti internazionali nei Consigli studenteschi.
Prendendo come caso quello del’UvA, lo scorso anno ben cinque studenti internazionali sono entrati a far parte del Consiglio studentesco. Il problema, però, nasce proprio dalla mancanza di conoscenza dell’olandese. Tutta la documentazione che passa per il Consiglio è in olandese, di conseguenza gli studenti internazionali si trovano in difficoltà, costringendo i loro compagni a tradurre per loro ogni cosa.
Il problema sta nelle stesse aspettative degli studenti internazionali, che spesso non seguono nemmeno il corso di olandese offerto dall’università. È facile per loro aspettarsi che i consigli studenteschi si adeguino e che le riunioni quindi siano condotte in inglese. Tuttavia i documenti più importanti come l’Universitaire Commissie Onderwijs (University Commitee for Education), sono in olandese.
L’UvA si presenta come università bilingue, ma per quanto riguarda la sua politica la questione non sembra essere così semplice. Di conseguenza gli studenti internazionali e no, tendono a vivere in maniera frustrante questa situazione, anche perché la traduzione di leggi e regolamenti non sembra essere immediata a causa della terminologia complessa.
La soluzione migliore, al momento, sembra essere quella di informare bene i candidati internazionali sul carico di responsabilità e di lavoro che li aspetta nel caso volessero farsi coinvolgere nella “politica” universitaria.