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Il Belgio ha abbandonato il progetto di una terza zona di produzione di energia rinnovabile nel Mare del Nord. Nessuna delle cinque zone esaminate dal consulente incaricato dal governo federale è adatta all’installazione di un terzo polo energetico nelle acque territoriali belghe, a causa di potenziali conflitti con altre attività, secondo quanto riportato da L’Echo.
Le autorità belghe hanno l’ambizione di trasformare il Mare del Nord in una “centrale energetica verde”: una volta costruita, l’isola “Princesse Elisabeth” costituirà la seconda zona di produzione offshore nelle acque territoriali belghe, dopo la zona orientale sviluppata tra il 2009 e il 2021.
Insieme, queste due infrastrutture dovrebbero garantire una produzione di 5,8 GW (con un potenziale aggiuntivo di 1 GW identificato grazie all’energia solare galleggiante) e dato che il governo belga si è posto l’obiettivo di portare a 8 GW la produzione di energia rinnovabile offshore entro il 2040, è stata commissionata una ricerca a marzo 2022 dal ministro con delega alle politiche sul del Mare del Nord, Vincent Van Quickenborne.
“Non è possibile designare una terza zona energetica nella parte belga del Mare del Nord”, sostiene il consulente Arcadis, autore dello studio: l’impatto con la natura sarebbe eccessivo e avrebbe ricadute anche sugli abitanti costieri e sull’economia legata alla navigazione e ai porti.” Il governo ha reagito dichiarando che questa ricerca non chiude la porta all’ambizione di trasformare il Mare del Nord in una grande centrale elettrica sostenibile.