Kempi, rapper noto sulla scena dei Paesi Bassi, è stato condannato dal tribunale di Den Bosch a 12 mesi per possesso di cocaina e detenzione di arma da fuoco. Jerrely Slijger, questo il suo nome, ha detto al giudice che la pistola sarebbe servita per girare un video-clip, sostenendo di non essere riuscito a procurarsene una giocattolo.
Quella di Kempi, originario di Curacao, è una storia di “g rap” ambientata nella provincia olandese del Brabante, tra casermoni di immigrati surinamesi ed antilliani, degrado e voglia di riscatto. Dopo un’adolescenza turbolenta e un via vai tra strada, carcere e studi di registrazione improvvisati, a 20 anni arrivò per Slijger la grande occasione: un contratto con Top Notch, la più importante etichetta olandese specializzata nell’hip hop. La firma arrivò nel 2006, mentre Kempi era dietro le sbarre a scontare una condanna per spaccio di cocaina. Il suo decennio di carriera artistica è andata avanti di pari passo con le attività criminali: nel 2008 ha raggiunto la vetta con lo State Award, il più prestigioso riconoscimento olandese per artisti urban nonostante la sua fedina penale abbia continuato ad allungarsi. Rapina, aggressione, spaccio e di recente un processo per sfruttamento della prostituzione minorile, sono i capi di imputazione che gli hanno aperto, diverse volte, le porte del penitenziario locale nonostante continuasse a sfornare senza sosta EP, mixtape e album.
I fan olandesi lo conoscono soprattutto per la traccia “Wakker In Du Cel” un’autobiografia in liriche e per il mixtape Tsss Kempi, che ha ottenuto oltre 40mila download . Il suo stile si ispira alla musica degli americani Tupac e Lil Wayne e a Duivel, veterano della scena underground di Rotterdam.