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Con gli aiuti Covid, il governo NL si è assunto i rischi d’impresa e gli investitori sono passati a riscuotere

Le aziende, nel piano Covid del governo hanno un ruolo centrale, anzi quasi esclusivo, dice Jan Blankestein su Trouw. “I valori della società non vengono considerati nel piano di salvataggio del governo. Ma i giovani meritano una prospettiva migliore”.

La critica maggiore va a Wopke Hoekstra, ministro delle finanze e leader del CDA -cristianodemocratici- alle prossime elezioni. “Hoekstra è a sinistra o a destra del centro? La risposta a questo non è difficile. Nel gabinetto di Rutte III si comporta come un lacchè del neoliberismo”, dice il docente.

Due ministri ultra-liberisti, Wiebes e Koolmees, elaborano piani e Hoekstra trova i soldi. Il governo, sarebbe un “miracolo per le aziende”. Ma mantenere a galla le “attività-zombie” blocca la rinascita aziendale. C’è anche un aspetto sociale nei programmi di aiuto, certamnte, e questo rimane in ombra, dice Blankestein.

Chi ha maggior interesse a garantire la sopravvivenza delle aziende colpite dall’emergenza? Azionisti, proprietari di immobili, società di leasing e per ultimo il governo. Invece, dice il docente, l’esecutivo corre ad aiutare tutti.

Ma lo sta facendo ad un costo sociale enorme per le prossime generazioni: “questo governo sta quindi ponendo un pesante fardello sulle generazioni future, che non ne sono consapevoli. Con questo approccio si favoriscono fortemente gli interessi degli imprenditori / azionisti e si salvano i fornitori di capitali e gli investitori, mentre il conto viene presentato ai cittadini, compresi i giovani di oggi e quelli che verranno”, scrive Blankestein.

Il governo si è assunto i rischi d’impresa e gli investitori sono passati a riscuotere, dice ancora l’economista. “A scanso di equivoci: credo che il governo debba sempre essere un sostegno per coloro che sono stati colpiti e che sono diventati vittime della crisi. Anche per i dipendenti che ora sono a casa con un reddito”, ma qui il problema è un altro: questa non è l’unica strada percorribile.

E’ necessario ripensare la società della post-pandemia, considerando le nuove variabili: l’ingresso sempre più presente della digitalizzazione, il clima, l’ambiente e la natura (biodiversità), nonché le basi sociali, la struttura statale dell’Europa e una rivalutazione della democrazia e del neoliberismo, prosegue l’editorialista del Trouw.

“La politica deve ora prendere decisioni che impediscano al lavoratore del futuro di diventare lo schiavo moderno delle multinazionali. La domanda è se Wopke [Hoekstra] ora rappresenterà la nazione e assumerà la direzione”.

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