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Commissione UE, gli stati coordinino restrizioni di viaggio Covid

La Commissione Europea ha invitato i Paesi membri e il Regno Unito a coordinarsi per quanto riguarda le restrizioni di viaggio nel territorio europeo.

La Direzione Generale per le migrazioni e gli affari interni e quella per la Giustizia, hanno firmato una lettera indirizzata agli ambasciatori dei Paesi membri. Lo scopo di tale comunicazione, è quello di stabilire dei principi generali dei quali si dovrà tenere conto per le prossime eventuali restrizioni di viaggio.

L’appello è arrivato in seguito alla confusione dei mesi scorsi in merito alla divisione tra zone arancioni e rosse, dovuta a decisioni prese unilateralmente da ciascun Paese.

Secondo quanto riportato nella lettera, è necessario salvaguardare la mobilità considerata essenziale, come quella dei lavoratori e il trasporto di merci. Ciò impone un coordinamento tra tutti i Paesi per evitare misure inefficaci.

La risposta alla necessità di muoversi all’interno dei confini UE dovrebbe, infatti, comprendere restrizioni mirate, proporzionate e coordinate, che siano basate su evidenze scientifiche. In questo modo, la Commissione ribadisce quanto affermato fin dallo scoppio della pandemia, invitando gli stati a non agire in maniera unilaterale, come avvenuto durante la prima ondata.

La lettera elenca 13 raccomandazioni indirizzate agli stati membri. Si invita, ad esempio, a tenere in considerazione una serie di fattori importanti, come le politiche relative ai test, e di non basarsi esclusivamente sul tasso di incidenza di 14 giorni per 100.000 abitanti.

Si sottolinea, inoltre, l’importanza dei test e del tracciamento dei contatti per rilevare in maniera più efficiente la diffusione del virus. Queste misure, dovrebbero essere applicate, quando necessario, anche sui viaggiatori che rientrano nei propri Paesi.

Un punto altrettanto importante, riguarda la quarantena. E’ possibile richiedere ai viaggiatori provenienti da un altro paese UE di sottoporsi a quarantena, solo se il paese in questione adotta la medesima regola.

I Paesi membri, inoltre, devono sempre ammettere nel proprio territorio i propri cittadini o i cittadini UE che vi risiedono e le loro famiglie.

Un altro aspetto non specificato nella lettera, ma evidenziato durante la conferenza stampa di ieri, riguarda le coppie non sposate. Secondo il portavoce della commissione, la normativa vigente non impedisce ai partners non sposati di riunirsi, nonostante questo, però, molti paesi non lo permettono.

Tuttavia, la Commissione ha ripetutamente incoraggiato gli Stati membri a fare uso di questa possibilità.

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