di Valerio Telesca
Questo 2020 è stato un anno particolare per genitori e studenti di tutto il mondo. L’esplosione improvvisa della pandemia lo scorso marzo ha costretto migliaia di studenti e genitori a casa in una forzata convivenza tra smart working e virtual learning.
Durante il lockdown, infatti, le lezioni tradizionali sono state sostituite dalla didattica online, un nuovo metodo di insegnamento mai testato su larga scala che ha aperto opportunità ma sollevato anche diversi interrogativi.
Secondo una ricerca olandese dell’organizzazione Squla, nonostante gli enormi sforzi compiuti da tutti i professionisti del settore, l’apprendimento a distanza rimane meno efficace dell’istruzione ordinaria. L’homeschooling virtuale, non riesce a motivare gli studenti: secondo molti esperti la chiusura prolungata degli istituti potrebbe privare i bambini di opportunità di crescita, sviluppo e confronto. La vita sociale scolastica , infatti, secondo gli studi aiuterebbe i bambini ad imparare dai loro pari e avrebbe un impatto positivo sul loro senso di identità e sulla personalità.
Ma non è tutto: non vanno, infatti, sottovalutate le difficoltà riscontrate dei genitori nel conciliare il lavoro da casa e nello stesso tempo nel preoccuparsi dell’istruzione dei figli. Ma cosa pensano i genitori italiani della situazione?
Meglio a scuola che a casa
Roberta vive ad…