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Combustibili fossili troppo redditizi: a Shell, il green non conviene

Shell sta investendo circa tre miliardi di euro in progetti rinnovabili ma allo stesso tempo, la compagnia ha registrato un utile record di quasi 40 miliardi di euro e afferma di voler abbracciare la transizione energetica. Ma va presa seriamente? Stando al sito si ma probabilmente si tratta di “green washing”: le società petrolifere stanno traendo molto beneficio dalla crisi energetica.

“Il prezzo del gas è stato storicamente alto l’anno scorso”, afferma l’economista Mathijs Bouman. “Che mentre non è diventato più costoso estrarre petrolio o gas dal suolo”.

Shell ha guadagnato più di 350 miliardi di euro, rispetto ai circa 250 miliardi del 2021: di quel fatturato, 38,5 miliardi di euro sono rimasti in utili, un record per l’azienda. Altre compagnie petrolifere hanno realizzato profitti anche maggiori. Tuttavia, non risulta chiaro quanto di quel fatturato Shell investa in progetti rinnovabili. Il direttore finanziario ha detto alla presentazione dei dati annuali che un terzo di tutti gli investimenti va in energia sostenibile.

Ma: nella relazione annuale, l’ex multinazionale olandese riferisce di investire solo il 14 percento dei 23 miliardi di euro di investimenti nella divisione “Energie rinnovabili e soluzioni energetiche”.

Per il CEO, la spiegazione dell’asincronia sarebbe nelle voci di bilancio interno: questi flussi di cassa rientrano in altre divisioni, ma sono investimenti sostenibili, secondo il direttore.

Ma i critici mettono in dubbio questa spiegazione. È impossibile verificare quali investimenti siano effettivamente green, afferma Mark van Baal, direttore di Follow This, un gruppo di azionisti attivisti che stanno cercando di cambiare rotta a Shell. “Devono mostrare chiaramente all’azionista quanto investono in energia sostenibile”.

Il gas, ad esempio, è considerato da Shell rispettoso del clima. Sebbene le centrali elettriche a gas siano più pulite di quelle a carbone, emettono comunque molta CO2. “Il gas è la sigaretta ‘leggera’ dell’industria petrolifera”.

Secondo esperti critici con il modello Shell, l’azienda avrebbe l’obiettivo di rimanere “sporca” più a lungo possibile: gli investimenti nei combustibili fossili rendono troppo.

Inoltre, dice NOS, a crescita della produzione di energia rinnovabile nei Paesi Bassi non è abbastanza veloce da compensare la perdita di gas naturale. Per il momento, dobbiamo quindi continuare a importare gas e petrolio per soddisfare la domanda.

I governi potrebbero rendere più redditizi questi investimenti sostenibili, ad esempio aumentando le tasse su elettricità e gas. E invece, nei Paesi Bassi, i grandi consumatori come Shell pagano una tariffa inferiore rispetto alle famiglie.

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