Secondo quanto sottoscritto da circa sessanta storici, il Belgio ha escluso gli esperti coloniali più accreditati da un gruppo di lavoro parlamentare incaricato di discutere sul periodo coloniale.
In una lettera aperta pubblicata lunedì, 58 storici – tra cui il rettore Herman Van Goethem dell’Università di Anversa, il professor Jo Tollebeek di Leuven e Nico Wouters di CegeSoma – hanno espresso la loro sorpresa per i metodi di lavoro e la composizione stessa del gruppo, ossia per il fatto che il comitato incaricato di rivedere le azioni coloniali del Belgio in Congo non è riuscito a includere i maggiori specialisti in materia.
La Commissione parlamentare “Congocommissie” è stata istituita a metà luglio e ha un anno di tempo per svolgere la sua missione. È assistita da un gruppo di dieci persone, i cui nomi sono stati annunciati una settimana e mezza fa. Come annunciato dal presidente della commissione Wouter De Vriendt (Ecolo-Groen) il gruppo comprende “cinque storici, esperti di riconciliazione e un rappresentante della diaspora”.
“L’ansia” del Belgio di istituire il comitato rischia di portare a conclusioni politiche sbagliate, prese sulla base di fatti storici incompleti o errati che danneggerebbero la legittimità dello Stato, hanno scritto gli autori.
“Riteniamo alquanto strano che, contrariamente a quanto annunciato all’inizio del progetto, la Commissione abbia mescolato gli storici del periodo coloniale con avvocati, rappresentanti di associazioni della diaspora congolese o istituzioni che si occupano di questioni sociali contemporanee”, scrivono i firmatari.
Gli autori hanno affermato che il comitato non includeva i membri del Musée royal de l’Afrique centrale (RMCA) “esclusi [dal comitato] fin dall’inizio”, né degli archivi nazionali o della Académie royale des sciences d’outre-mer, istituzioni che hanno un’ampia conoscenza sul passato coloniale del paese.
Nessuno storico proveniente dai territori colonizzati
Inoltre, i firmatari hanno anche sottolineato il fatto che il comitato non ha incluso storici provenienti da Congo, Ruanda o Burundi, nonostante fossero tutti territori soggetti al dominio coloniale del Belgio.
“Dove sono i loro rappresentanti? Come si può capire l’assenza di storici congolesi, del Ruanda e del Burundi?” si chiedono gli storici. “E come possiamo spazzare via l’esperienza di diversi esperti su queste questioni?”
La formazione del comitato è stata annunciata circa due mesi dopo che le proteste contro il razzismo e la decolonizzazione hanno investito la capitale belga sulla scia di una rivolta globale per la giustizia razziale stimolata dal movimento Black Lives Matter negli Stati Uniti.
“Questo entusiasmo solleva interrogativi in quanto una discussione di natura politica non può in alcun modo essere confusa con i risultati del passaggio preliminare e indispensabile che è l’inchiesta storica e la considerazione dei suoi risultati”, hanno scritto.