La primavera del 2015 ha visto l’uscita nelle sale di Bloed, Zweet en Tranen, film biografico sulla vita del cantante André Hazes.
Passeggiando per il mercato di Albert Cuyp, vi sarete certamente imbattuti nella statua dedicata al cantante folk; del resto Hazes è cresciuto proprio al De Pijp, quartiere cool di Amsterdam con trascorsi popolari.
Il talento di André venne notato per la prima volta a 8 anni, quando venne invitato a prendere parte a un importante show televisivo De Eerste Weekendshow; ma non è tutto oro quel che luccica e la carriera del bambino finisce prima ancora di iniziare.
L’infanzia di André è stata segnata da un padre alcolista e violento, per questo nelle sue canzoni traspare sempre una vena di tristezza.

Il giovane Hazes cresce destreggiandosi tra vari lavori, dall’operaio al muratore al fioraio, ma è mentre fa il barista che arriva l’occasione; si esibisce per passione, solo per intrattenere i clienti, ma tanto basta perché un produttore discografico lo noti e gli offra un contatto.
Il film si sofferma molto sul rapporto professionale e d’amicizia tra Hazes e il produttore Tim Griek, proprio perché questa collaborazione segnerà il suo periodo di massimo successo, lungo un arco temporale che dura circa 12 anni.
La musica di André Hazes ha avuto ampio seguito nei Paesi Bassi; basti pensare che il suo funerale si svolse all’Amsterdam Arena dove andarono a ricordarlo ben 50.000 persone. Come genere musicale si tratta di un melodico, un genere definito in olandese levenslied (canzoni di vita),con tematiche di amore, sogni infranti, difficoltà e affetti (uno dei suoi più grandi successi s’intitola Mamma).
Questo personaggio è molto caro al pubblico olandese e il film rende giustizia alla sua controversa storia, segnata da alcolismo e da uno stile di vita estremo che lo porterà alla morte a soli 53 anni.
Nel film si hanno assaggi della vecchia Amsterdam e molto interessanti sono gli elementi storici, legati sia alla rappresentazione della città, ma anche a dettagli come l’evoluzione della confezione della birra Heineken.
La colonna sonora, nella quale sono ovviamente comprese numerose canzoni del cantautore, segue perfettamente il film, rendendo la musica una componente essenziale, ma non invadente della storia.
La recitazione degli attori è perfetta, nonché la somiglianza di questi con i personaggi storici, Martijn Fischer, che interpreta Hazes, se la cava bene con un personaggio così ingombrante.
Il film di Diederick Koopal è bello e lo consiglio vivamente a chi volesse saperne di più tanto sulla cultura musicale dei Paesi Bassi, quanto sullo stile di vita degli olandesi in un passato piuttosto recente.