Cicloblog. “Ci vuole una svolta Dutch”, parola di Google

di Paolo Ruffino

Che Google fosse sensibile alle questioni di sostenibilità ambientale, è abbastanza risaputo. Questa volta però il gigante tecnologico si è spinto oltre, azzardando una proposta praticamente rivoluzionaria per la Silicon Valley: “Signori, ci vuole una svolta Dutch”.

Tramite “Google Bike Vision Plan”, la multinazionale americana si lancia nell’intento di rinnovare la mobilità della valle, fin troppo legata all’automobile. Tra le proposte, la creazione di una serie di percorsi ciclabili nelle zone più trafficate e corsie per le due ruote nelle vie secondarie, messa in sicurezza degli incroci e creazione di parcheggi per biciclette.

Tutto è cominciato con uno studio della compagnia: solo il 21% degli impiegati si reca al lavoro in bicicletta, notevole ma non abbastanza per la dirigenza. Al momento, infatti, solo i “bikers duri e puri” o gli “entusiati” prendono la bici senza temere il rombante traffico da Suv made in USA; eppure, gran parte degli impiegati, il 60% del totale, sarebbe disposto a pedalare se vi fossero infrastrutture adeguate.

Come convincerli? La risposta, a Google, pare chiara e passa inevitabilmente per l’Europa. In particolare da Copenhagen e Amsterdam. Missioni d’avanscoperta, composte da esperti e ricercatori, sono state così spedite oltreoceano per studiare (e minuziosamente) l’infrastruttura urbana del “vecchio Mondo”.

Perché tanta solerzia, vi chiederete. Recenti studi, ad esempio, correlano una maggiore felicità e produttività del personale con l’uso di un mezzo di trasporto “attivo”. Mentre traffico e congestione stradale cessano, chiaramente, di essere buone scuse per ritardare o non presentarsi al lavoro.

Insomma c’è caso che anche le multinazionali statunitensi lo abbiano capito: la bicicletta non è un mezzo di solo svago. Che questa predisposizione all’investimento nella mobilità ciclabile arrivi anche nelle città italiane, ispirando magari imprenditori e amministratori, è tutto da vedere. O faremo la fine degli amici londinesi, che osteggiano il sindaco Johnson nel suo piano di trasformare Londra in nuova capitale delle due ruote?

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