La polizia olandese, supportata dall’ FBI, ha annunciato di aver bloccato e disattivato con successo la piattaforma online Hansa , rintanata nel cosiddetto “dark web”, utilizzata per il traffico illecito di droghe, gioielli e contraffazioni. I responsabili di questo losco giro d’affari sono stati arrestati.
Dopo aver scovato il sito web di Hansa la polizia ha raccolto informazioni riguardo ai venditori ed ai compratori che usufruivano dello spazio di scambio, non solo per le indagini ma anche per verificare la migrazione degli utenti dal sito Alphabay, chiuso il mese scorso dalle autorità canadesi, statunitensi e tailandesi. Hansa, che veniva hostato in Lituania, è stato trasferito dalla polizia su dei server olandesi ed in questo modo è stata possibile la fase di “spionaggio” e decriptaggio durata 27 giorni. In quattro sono stati arrestati nei Paesi Bassi.
“Abbiamo dovuto interrompere la raccolta di informazioni quando la piattaforma cominciava a ricevere troppi nuovi clienti. A ciò va aggiunto che le informazioni raccolte nel mese che ha preceduto la chiusura del sito sono state ritenute sufficienti per concludere l’operazione”, così il Pubblico Ministero Martijn Egberts. La polizia è riuscita a risalire persino agli indirizzi ed alle password degli utenti utilizzatori della piattaforma. “Decideremo cosa fare in seguito con tutte queste informazioni, i 500 olandesi che hanno comprato droghe attraverso questa piattaforma sono sotto la nostra lente. Questo potrebbe essere un punto di inizio per nuove indagini”, ha aggiunto Egberts.
Al termine di questa vicenda e a margine delle dichiarazioni del Pubblico Ministero la domanda però rimane: alla polizia è permesso fare tutto questo? Secondo i vertici del corpo la situazione lo ha reso necessario, soprattutto perché ha permesso di dare il via ad una serie di arresti in tanti altri paesi.