di Nicolò di Bernardo
aggiornamento 11/07/2018
Un ergastolo per genocidio, inflitto all’ex generale serbo-bosniaco Ratko Mladic, con la sentenza che lo scorso novembre ha chiuso definitivamente il lavoro del Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia (ICTY).
La corte, istituita ad-hoc dalle Nazioni Unite nel 1993 e con sede a Den Haag, è stata chiamata a giudicare le vicende dei quattro conflitti avvenuti tra il 1991 e il 2001 in Croazia, Bosnia-Erzegovina, Kosovo e Macedonia. Lungo l’elenco dei condannati per crimini contro l’umanità, tra cui rientrano soldati semplici, generali, comandanti, ma anche politici di primo piano e addirittura capi di governo.
Ultimo sulla lista degli imputati è stato proprio Ratko Mladic, ex comandante militare dei serbo-bosniaci durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina, secondo il pubblico ministero, autore del massacro di Srebrenica, già da tempo riconosciuto come genocidio dal Tribunale Penale Internazionale (ICC).
Sull’ex generale, 75enne, pendevano ben due capi d’accusa per genocidio legati al presunto tentativo di eliminare la componente musulmana della Bosnia e creare uno Stato “etnicamente puro” composto esclusivamente da serbi. Secondo i giudici Mladic avrebbe affiancato il leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic, già condannato a 40 anni di carcere, e avrebbe “direttamente ordinato” numerosi crimini di guerra compiuti in Bosnia tra il 1992 e il 1995.
In particolare, il 13 luglio 1995 più di 8.000 musulmani bosniaci vennero trucidati dalle truppe serbo-bosniache a Srebrenica, in una zona formalmente protetta dalle truppe olandesi delle Nazioni Unite. Secondo alcune testimonianze raccolte durante il processo, quel giorno Mladic avrebbe promesso di risparmiare i militari se avessero deposto le armi, per poi braccarli nei boschi mentre erano in fuga. I fatti avvenuti in quei giorni furono definiti dall’ex segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan come il peggior crimine compiuto su suolo europeo dopo la seconda guerra mondiale.
Nel maggio del 2011, dopo 16 anni di latitanza in Serbia, Mladic venne arrestato ed estradato a Den Haag, dove ebbe subito inizio il processo che oggi potrebbe vederlo colpevole.