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Chi è il ricercato per l’attentato di Bruxelles?

Nel corso di un attentato avvenuto a Bruxelles ieri sera, due tifosi svedesi sono stati uccisi  e un tassista è stato ferito, in seguito a colpi di arma da fuoco nelle vicinanze di Place Sainctelette, Boulevard d’Ypres e Neuvième de Ligne, secondo la polizia.

Il sospetto, che ha rivendicato la sua appartenenza allo Stato Islamico in diversi video sui social media nel frattempo, è ancora in fuga. Nelle immagini girate da un residente, si vede l’uomo con un giubbotto arancione fluorescente e un casco bianco, armato di un’arma da guerra, probabilmente un AK-47.

Scendendo da uno scooter, avrebbe sparato ripetutamente per strada prima di inseguire delle persone che cercavano rifugio nell’ingresso di un edificio, per poi ripartire con il suo scooter.

In un video, l’uomo, con un forte accento tunisino, rivendica il suo atto, dice RTBF: in arabo, spiega di far parte dello Stato Islamico e si vanta di aver ucciso tre svedesi. È stato identificato come Abdeselam L, 45 anni, di Schaerbeek, di origine tunisina. Secondo varie fonti, si troverebbe in Belgio in situazione irregolare e sarebbe già finito nei guai con la giustizia in Tunisia per reati legati al terrorismo, dice RTBF.

Il suo gesto sembrerebbe non avere un legame diretto con il conflitto israelo-palestinese, anche se sul suo account Facebook, dove ha postato il video di rivendicazione, aveva menzionato in precedenza l’omicidio islamofobo di un bambino negli Stati Uniti.

 In conferenza stampa, il ministro federale Vincent Van Quickenborne ha sostenuto: “Nel 2016, informazioni non confermate provenienti da un servizio di polizia straniero indicavano che l’uomo aveva un profilo radicalizzato e voleva partire per una zona di conflitto. L’informazione è stata verificata, ma non è emerso nulla di concreto in merito alla radicalizzazione.

All’inizio di quest’anno, avrebbe minacciato un occupante di un centro di asilo nelle Fiandre attraverso i social media. Questa persona ha denunciato che l’interessato era stato condannato per reati di terrorismo in Tunisia. La polizia ha interrogato il sospetto. Tuttavia, si è poi appreso che la presunta condanna per terrorismo in Tunisia era per reati comuni. Non c’erano indicazioni di una minaccia concreta o imminente.”.

 

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