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Che cos’è il Clickbait?

“E’ una regola d’oro del giornalismo, insegnata ad ogni reporte all’inizio della carriera: l’attacco dei pezzi deve attirare l’attenzione dei lettori”, cosi scrive BBC in un pezzo dedicato al “clckbait” una pratica molto comune nell’informazione su internet che riprende l’attenzione “strillata” della stampa di una volta.

“Nell’era digitale, tuttavia, un nuovo termine è sinonimo di giornalismo online: il clickbait.”, prosegue il pezzo. Ma cosa indica questo termine ripetuto ovunque?

“In breve, si tratta di titolo che tentano il lettore e lo portano a cliccare su un link. Il nome, tuttavia, è un ‘peggiorativo’ indicato per descrivere titoli sensazionalistici che hanno il solo scopo di produrre un ricavo economico”. Più click, uguale più utenti, quindi ecco la possibilità per l’editore di far pagare di più le inserzioni pubblicitarie.

I “click targets” per i giornalisti stanno diventando molto comuni nei media anglosassoni: il reporter non deve solo scrivere ma riceve dei bonus in base al numero di visualizzazioni ottenute ai suoi pezzi e quindi a quanto ricavo genera per il portale.

Il clickabait, insomma, è una pratica diffusa nel giornalismo on-line ma la premessa perchè il traffico generato da un contenuto, possa poi materializzarsi in introito economico è che il portale abbia banner pubblicitari o altre forme di sponsorizzazione.

Nell’era della polarizzazione delle opinioni su internet, tuttavia, l’accusa di “fake news” o “clickbait” viene utilizzata come sinonimo di “non sono d’accordo”. Se riconoscere “fake news” può non sempre essere facilissimo, riconoscere un contenuto pubblicato solo allo scopo di raccogliere click ha come premessa necessaria, l’esistenza di un sistema di sponsorizzazioni.

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