Una ricerca tedesca e olandese che verrà presentata venerdì, mostra la presenza di un “cocktail” di sostanze chimiche in 8 aree protette nella zona di Drenthe e in 14 dell’area di Gelderland.
Il mix di dozzine di pesticidi e estirpanti – tra cui il DDT, un pesticida vietato – è la causa del disastroso calo nella popolazione di insetti. I ricercatori citano casi analoghi in Germania.
“La combinazione di sostanze è diversa per ogni area, ma il risultato è lo stesso. Ci troviamo a un punto di non ritorno”, spiega il ricercatore Jalmer Bujis.
Uno dei veleni rinvenuti è il permethrin, un agente chimico molto pericoloso. Dal 2000 è vietato l’uso agricolo di questo pesticida in tutta Europa.
Ricerche simili che sono state fatte in precedenza, avevano già messo in luce il declino nel numero di insetti in Europa. Sono infatti diminuiti del 75% dal 1990. Ciò ha avuto e ha tutt’ora conseguenze disastrose per la biodiversità, in particolare per tutti gli uccelli e gli animali che si nutrono di insetti.
Come giungono i pesticidi nelle aree protette?
I risultati della nuova ricerca hanno sottolineato la presenza di ben 664 diverse sostanze chimiche, tutte molto dannose. Di queste, 34 sono state trovate nelle campagne di Gelderland. La maggior parte sono pesticidi, ma sono state rinvenute anche tracce di fungicidi. Metà di questi agenti sono cancerogeni per l’uomo e il 42% possono portare ad anomalie ormonali.
L’uso di pesticidi non è consentito nelle aree protette, ma le raggiungono tramite l’aria o attraverso vie acquatiche, spiegano i ricercatori.
“Uno dei pesticidi, il cyenopyrafen, è stato bandito da tutta l’Europa, ma è ancora utilizzato in Cina e in Giappone. O è stato portato qua illegalmente o ha raggiunto i nostri campi trasportato dall’aria. Molti altri estirpanti e agenti dannosi, però, vengono dall’Europa stessa. Se vogliamo prendere sul serio il danno che ciò sta causando alla biodiversità e alla nostra salute, dobbiamo noi per primi smettere di utilizzare questi prodotti”, ha concluso Buijs.