Un impiegato statale in procinto di testimoniare nel processo contro il leader per Partito per la Libertà (PVV) Geert Wilders, ha deciso di non farlo. L’uomo teme di essere perseguito dal Pubblico Ministero, ha detto l’avvocato di Wilders, Geert-Jan Knoops, a AD.
Il testimone era impiegato al Ministero della Sicurezza e della Giustizia nel 2011. Ha sentito per caso una conversazione tra l’allora Ministro, Ivo Opstelten, ed il suo segretario, Joris Demmink. Opstelten avrebbe detto esplicitamente che il Pubblico Ministero deve perseguire Wilders “perché è troppo tra i piedi”.
Il funzionario si è rivolto ha registrato il racconto presso un notaio. In seguito avrebbe dovuto testimoniare di fronte alla corte a porte chiuse.
Deve avere qualcosa a che fare con il fatto che il Pubblico Ministero recentemente ha lanciato un’inchiesta tra le fonti in un altro caso riguardo agli abusi nell’ufficio scientifico del Ministero della Giustizia e della Sicurezza.
“Questo naturalmente dà un grande senso di insicurezza al testimone”, ha detto Knoops. Come risultato, la testimonianza fornita in modo anonimo potrebbe essere inutile, perché il Pubblico Ministero non potrà formulare domande al testimone per stabilire se stia dicendo la verità o meno. La Corte d’Appello dovrà decidere come procedere.
Wilders è sotto processo per le dichiarazioni fatte contro la comunità marocchina. Secondo lui Den Haag dovrebbe essere una città con meno problemi e, se possibile, con meno marocchini. Nella stessa dichiarazione pubblica, il leader populista ha detto anche “risolveremo la questione”. Il monito inquietante è stato alla base del rinvio a giudizio.
Il 9 dicembre 2016, Wilders è stato dichiarato colpevole di aver insultato un gruppo di persone e di aver istigato alla discriminazione. La corte non l’ha punito, sostenendo che il verdetto sia una punizione sufficiente. Il Pubblico Ministero, facendo appello, ha chiesto una multa di cinquemila euro.