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Carenza di personale? La ministra NL vuole “importare” disoccupati dalle banlieu di Parigi o dalla Spagna

Source: Wiki  Author: Marianna Licence: CC 2.5

La ministra Van Gennip propone di portare nei Paesi Bassi giovani disoccupati delle periferie francesi (banlieues) per lavorare, ad esempio, nel settore della ristorazione o nelle serre, dove in Olanda c’è disperato bisogno di manodopera. In un’intervista all’AD la Van Gennip afferma che l’economia olandese non può funzionare senza lavoratori migranti.

Secondo la ministra bisogna approcciare il milione di disoccupati in NL oppure rendere più attraente il full-time per chi lavora part-time ma in ultima analisi, anche lavoratori migranti dalle banlieu parigine o giovani dalla Spagna, dove c’è un alto tasso di disoccupazione

Ma pensa che siano necessari anche molti lavoratori migranti, e dice nell’AD: “C’è un tasso di disoccupazione giovanile davvero alto in Francia, soprattutto nelle banlieues. Molto più alto di quello che sappiamo qui. Posso immaginare che investiamo in quei francesi o anche, ad esempio, che hanno lasciato la scuola spagnola”.

Le banlieues intorno a Parigi, ad esempio, sono conosciute come aree problematiche con molto traffico di droga e criminalità: secondo la Van Gennip il lavoro potrebbe aiutare a mettere i giovani sulla strada giusta. Ma non tutti apprezzano l’approccio pedagogico:  “La prima domanda che il ministro deve porsi è: i giovani che ci vivono vogliono fare questo lavoro che abbiamo qui”, ha detto Hafid Ballafkih, docente di Lavoro e Capitale Umano all’Università di Amsterdam. Dopotutto, dice, quei giovani disoccupati sono uguali ai “nostri”. Perchè questi rifiutano e quelli dovrebbero accettare?

Molti partiti alla Kamer sono contrari: la destra populista non vuole “importare” giovani stranieri da quartieri problematici.

Il mese scorso, la Van Gennip ha dichiarato in Parlamento di preferire migranti dell’Unione europea nei Paesi Bassi a quelli provenienti da paesi come Marocco, Egitto e Tunisia. Ma se guardiamo solo all’Europa, non riusciremo a trovare abbastanza persone, dice Ballafkih. Per questo, dice, dobbiamo guardare all’Africa.

 

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