Il Fraîche sembrerebbe uno dei tanti ristorantini alla moda che affollano Westerstraat (Jordaan). Ogni settimana, i due cuochi-proprietari, il newyorkese Noah Tucker e l’inglese Anthony Joseph, propongono menù stagionali dalle influenze più diverse; ma dal foie gras al pollo fritto, l’attenzione è sempre diretta ad una cucina sana, di qualità con una predilezione per la spesa a chilometro zero.
Qualche sera fa però, i due cuochi si sono cimentati in un menù molto particolare; “nostrano” per certi versi, o tradizionale, visto la nomea della città che li ospita. Ebbene sì, Noah e Anthony hanno stupito (o meglio, stupefatto) i 25 commensali della loro prima cena psichedelica con un menù a tutti gli effetti allucinante.
Tra i piatti forti un shashimi con avocado affumicato e salsa Red Angel (varietà di cannabis made in Amsterdam) con prugna fermentata all’estratto di canna e pancetta. Salmone in crosta con semi di marijuana, branzino e Pineapple Kush cannabis e così via. La cena gourmet si termina in dolcezza con un fondente al cioccolato con burro di hashish e avocado.
Per non sbilanciare l’effetto dei piatti, sono abolite le bevande alcoliche: solo tisane alle erbe per accompagnare un menù che, con un funghetto qua e là, era già abbastanza impegnativo, tant’è che, si narra, alcuni dei commensali abbiano interrotto la cena.
Chi, per onor di cronaca, è arrivato alla fine è stato Jules Marshall, giornalista britannico che ha descritto la sua esperienza sul Guardian. Leggendola pare di assistere a una proiezione del “Pranzo di Babette” (1988), ma sotto psilocybe: atmosfera ovattata, scene di goduria culinaria al rallentatore e risatine al THC.
Al resoconto manca solo un qualche dettaglio sulle discussioni tenute a tavola. Forse Marshall lo ha fatto di proposito, per proteggere il fascino dell’esperienza elitaria, o forse chissà, di quelle chiacchiere dopate resta solo un grande buco nero.