di Chiara Cogliati
Opera & Ballet: as you have never seen it before, così la Camerata de’ Bardi van Nederland si presenta ai visitatori del sito web, e così Stefano Conti e Roberta Moroni, direttori artistici della compagnia teatrale, raccontano i loro spettacoli a 31mag.
La Camerata de’ Bardi van Nederland è sulla carta un’organizzazione senza fini di lucro che vuole “scoprire e inventare nuove forme di teatro musicale”. Forme interdisciplinari che danno vita a “spettacoli innovativi” dai confini sfumati dove il linguaggio, la coreografia e la musica non sono mai “prettamente moderni, contemporanei o classici, ma una sintesi di tutto questo”, continuano Roberta e Stefano.
Un nome, una garanzia
La Camerata de’ Bardi van Nederland si ispira “all’originale Camerata de Bardi, nata a Firenze alla fine del 500. Pensatori, musicisti, ma anche pittori e letterati discutevano sull’opera d’arte in generale”. Dal fallito tentativo di riesumare la tragedia greca, “diedero avvio a quella che sarebbe diventata l’opera”. Roberta e Stefano rivedono nella loro versione della Camerata de’ Bardi una trasposizione di quei valori che portarono all’unione e alla collaborazione di “persone anche molto diverse tra loro ma accomunate dall’amore per la cultura e per l’arte e che cercano di produrre progetti innovativi”. Innovativi, nel loro caso, per quell’unione delle forme che per di più è avvantaggiata dalla potenza e il virtuosismo dell’opera lirica.
L’opera che unisce
La convenzione per cui l’opera lirica è ritenuta inaccessibile non sembra corrispondere alla visione di Roberta e Stefano. La loro opera, quella che si mescola ad altre forme vicine e lontane, è per tutti e di tutti:
c’è un ottimo riscontro del pubblico olandese e questo perché al di là degli spettacoli, abbiamo veri e propri progetti di partecipazione. Oltre, ad unire le varie forme uniamo anche i vari livelli.
Questi progetti di partecipazione puntano al coinvolgimento di amatori, talvolta addirittura bambini, che lavorano a fianco dei professionisti. Tale coinvolgimento è ancora una volta agevolato dalla natura stessa dell’opera lirica per cui esistono “vari gradi di capacità: si passa dai cantanti solisti ai semplici figuranti”. E così anche chi non ha mai messo piede in un teatro è ben presto di casa alla Camerata de’ Bardi van Nederland“.
Progetti innovativi diventano dunque inclusivi, sia nel coro che dietro le quinte. “Inclusivi” anche nel significato sociale del termine. A tal proposito Roberta e Stefano ci raccontano del 2016, quando coinvolsero moltissimi rifugiati siriani nella preparazione degli spettacoli: “venivano al laboratorio a cucire i costumi e ci chiedevano “ma perché questi abiti così particolari?”. Molti di loro non avevano mai assistito ad un’opera lirica e ne erano estasiati”. Per Roberta e Stefano questo è lo scopo di tutto il loro lavoro: “trasmettere ancora la meraviglia, lo stupore, la bellezza“.
Paura, emozione e tanta voglia di ricominciare
“È stato terribile, ci è costata 20 chili a testa e tanta sofferenza”, così Roberta e Stefano hanno vissuto la crisi sanitaria da Covid-19 che ha causato ad entrambi la perdita del proprio lavoro e tanti sacrifici.
E nonostante la recente riapertura dei teatri, le difficoltà rimangono:
In Olanda, i teatri possono ospitare un massimo di 50 spettatori presenti, quindi per noi andare in scena è ancora un grande sacrificio oltre che una perdita finanziaria annunciata.
Ma di fronte a questo Roberta e Stefano non si fermano: “abbiamo deciso di andare in scena lo stesso, anche se solo per 50 persone”.
E a due anni dal loro ultimo spettacolo, Roberta e Stefano si dicono “emozionati, impauriti, euforici”. “La paura è tanta, dopo due anni hai paura di tutto”, ci confessano, ma altrettanta è la voglia di ricominciare.
Un fitto calendario di appuntamenti
La compagnia ha fissato ben quattordici spettacoli in diverse città olandesi. Il 24 giugno andrà in scena a Nijmegen “Geen Contacttango”, “un balletto con musiche originali, ispirate al tango, ma di identificazioni contemporanea”, ci spiegano Roberta e Stefano. “L’idea per un tango senza contatto è nata in quarantena, quando ci hanno chiesto di pensare ad uno spettacolo coronaproof come requisiti e contenuti. Abbiamo pensato all’unica cosa che non può essere fatta senza contatto: il tango. E l’abbiamo fatto senza contatto”.
In scena anche La Serva Padrona in Rock, un arrangiamento rock dell’intermezzo di Pergolesi, e a dicembre Rigoletto voor kinderen, dove parteciperanno 300 bambini come tenori del coro, affiancati da un cast internazionale.