Il governo olandese non vede “nessuna ragione” per rifiutare gli aiuti statali per il sito di prenotazioni di viaggi Booking.com. Come riporta il Volkskrant, mercoledì scorso, la società ha annunciato di essere in difficoltà finanziarie a causa della crisi legata al coronavirus e di voler utilizzare il pacchetto di emergenza del governo. Booking.com è accusata di evasione fiscale da vari paesi, e grazie agli accordi fiscali dell’amministrazione olandese, ha ricevuto quasi 2 miliardi di euro negli ultimi anni.
“Siamo grati al governo olandese per questo piano di aiuti finanziari destinati a società come la nostra che sono state gravemente colpite dalla pandemia”, ha detto Booking.com. Secondo il CEO Glenn Fogel, l’85% delle prenotazioni alberghiere rispetto allo scorso anno è andato perduto. L’azienda dà lavoro a circa 5.500 persone nei Paesi Bassi, con un reddito medio annuo di 47.000 euro. Il supporto che spera di ottenere attraverso l’UWV è che lo stipendio di queste persone sia pagato per il 90% per tre mesi dallo stato. Questo vuol dire una spesa di milioni di euro.
Negli ultimi anni, la società americana ha sfruttato a suo favore il clima fiscale dei Paesi Bassi in vari modi. Primo di tutti il 30% ruling, grazie al quale molti espatriati che lavorano per Booking.com godono per cinque anni di un grande sconto sulle tasse. Questo non è nulla rispetto al beneficio fiscale di 1,8 miliardi di euro che l’azienda stessa ha ricevuto.
Quote, rivista specializzata in economia, ha dimostrato che tra il 2010 e il 2018 ad essere sfruttata è stata la cosiddetta “innovation box” (scatola d’innovazione). Fino al 2018, le società non pagavano il 25, ma solo il 5% di imposta sugli utili sul reddito. Nel 2018 è stato alzato al 7%. Questo schema ha lo scopo di “stimolare l’innovazione tecnica”, ma secondo gli esperti di Booking.com non è molto efficace nella pratica. L’eurodeputato Paul Tang (PvdA) ha dichiarato a questo proposito: “Lo sconto ottenuto grazie all’innovation box era originariamente destinato a stimolare gli investimenti in ricerca e sviluppo, ma in pratica è diventato semplicemente un mezzo per evitare legalmente le tasse.” Anche il Central Planning Bureau (CPB) vuole sbarazzarsi di questo regime fiscale perchè sovvenziona principalmente le aziende che “stanno già realizzando un profitto”.
Per anni, Booking.com ha generato miliardi di fatturato dalle prenotazioni in tutto il mondo. La società ha 198 uffici in 70 paesi, ma poiché tutte le entrate arrivano direttamente all’ufficio di Amsterdam, le tasse vengono pagate solo nei Paesi Bassi. Ad esempio, solo tra il 2012 e il 2016, Booking.com ha risparmiato oltre 700 milioni di euro di tasse. Italia e Turchia, tra gli altri, hanno imposto decine di milioni di imposte aggiuntive su Booking.com perché credono che la società stia evadendo le tasse grazie a questa organizzazione. La Francia pretende di ottenere da Booking.com 356 milioni di euro di tasse.
Il Volkskrant sottolinea che la richiesta di aiuti statali mette ancora di più sotto pressione, perché la società non si trova finanziariamente in una buona posizione. Ad esempio, Booking.com è entrata in crisi a causa di troppi debiti, nonostante abbia realizzato miliardi di profitti.Questo perché la società acquista le proprie azioni per miliardi, una procedura controversa chiamata riacquisto di azioni, grazie alla quale le società aumentano artificiale il prezzo delle loro azioni, e quindi i loro bonus pagati in azioni. Ad esempio, l’amministratore delegato Glenn Fogel ha fatto un “gran gesto” tagliando il proprio stipendio, normalmente di circa 750.00 dollari l’anno, a causa della crisi. Ma allo stesso tempo, grazie a quei riacquisti di azioni, Fogel è stato in grado di trasferire oltre 20 milioni di dollari sul proprio conto. Questo è il motivo diretto per cui la società americana negli Stati Uniti non fa affidamento sugli aiuti dello Stato: una condizione imposta dal governo statunitense stabilisce che chi vuole accedere agli aiuti non potrà acquistare azioni per un anno.
E così, senza alcuna esitazione, Booking.com ha bussato alla porta dell’UWV, dove molto probabilmente la loro richiesta verrà garantita.
“Si tratta di un regolamento generico, che si applica a tutte le società in difficoltà”, ha dichiarato al Volkskrant un portavoce del Ministero degli affari sociali. L’UWV ha ricevuto al momento 92mila richieste. L’imposizione di requisiti troppo rigidi per i candidati comporterebbe delle tempistiche troppo lunghe.