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Belgio, secessionisti, anti-immigrazione e alleati di Salvini: chi sono i nazionalisti fiamminghi del Vlaams Belang

Quella del Vlaams Belang non è la storia marginale di altre micro formazioni identitarie di estrema destra ma al contrario è la storia di uno dei partiti nazionalisti e dichiaratamente xenofobi più di successo in Europa occidentale.

Nonostante il “cordone sanitario” deciso dagli altri partiti belgi, che 30 anni fa si sono impegnati a non portare al governo gli ultra-nazionalisti fiamminghi, questa formazione è presente da quasi 40 anni a tutti i livelli di amministrazione: dai consigli locali al parlamento europeo.

Il Vlaams Belang è nato, inoltre, dallo scioglimento per istigazione all’odio razziale di un’altra formazione fiamminga, il Vlaams Blok, una formazione radicale che aveva raccolto dalla fine degli anni ’70 il sentimento identitario (e soprattutto anti-vallone) di una fetta consistente dei fiamminghi. La Corte di Cassazione non sciolse, tecnicamente, il partito ma la condanna rimediata ne portò al taglio dei fondi pubblici e al divieto di accesso agli spazi televisivi, sancendone -di fatto- la fine.

Per ovviare a questo stop forzato, il vertice sciolse il “Blocco fiammingo” in una nuova formazione, il Vlaams Belang, che esiste dal 2004.

Con toni più moderati ed un accento meno marcato sulla questione immigrazione, la versione “rivisitata” del Vlaams Blok è ripartito proponendo un programma praticamente identico al precedente che richiama in larga misura i programmi delle formazioni di estrema destra europee: ordine e sicurezza, lotta all’immigrazione, no all’UE e poi il tema interno della secessione dalla vallonia.

Declino e rinascita

Al nuovo corso è seguito un declino inesorabile per i nazionalisti fiamminghi, battuti da una versione più moderata e presentabile, l’N-Va (Nieuw-vlaamse alliantie) partito nazionalista ma filo-europeista che in breve è diventato il primo partito belga, entrando nella coalizione che ha governato il paese fino a dicembre 2011.

Dopo una batosta elettorale nel 2014, che aveva portato i consensi dal 24% del 2004 a meno del 6% nel 2014, l’elezione di un nuovo giovane leader, l’allora 28enne Tom Van Grieken, ha rilanciato la propaganda secessionista e soprattutto una martellante campagna anti-immigrazione in concomitanza con la crisi dei rifugiati del 2015.

Al parlamento europeo, il Vlaams Belang entrerebbe a far parte della coalizione nazionalista lanciata da Salvini.

 

 

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