Diversi sindaci sono confusi dalle misure prese da Antwerpen per contenere la diffusione del coronavirus. Lunedì, infatti, la provincia (al momento la più colpita del Belgio) ha introdotto nuove regole, oltre a quelle già adottate dal Consiglio di Sicurezza Nazionale. Molti comuni di piccole dimensioni registrano pochissimi contagi ma devono comunque attenersi a regole rigide: bisogna rispettare il coprifuoco e i bar e i ristoranti devono chiudere alle 23:00.
Per la città di Antwerpen, che nell’ultima settimana ha registrato 711 contagi, le misure hanno senso. Alcuni piccoli centri come Edegem o Kapellen, che secondo l’istituto Sciensano hanno registrato 2 nuovi positivi nell’ultima settimana, non capiscono perché debbano attenersi alle stesse misure.
“Secondo noi la provincia non deve automaticamente mettere tutti i comuni dei dintorni di Anversa nella zona rossa”, ha detto a Het Laatste Nieuws il sindaco di Kapellen, Dirk Van Mechelen. “Soprattutto per i giovani, che negli ultimi mesi hanno affrontato molte difficoltà, quattro settimane di isolamento sociale sono una misura drastica”, ha aggiunto. Ha precisato che il comune di Kapellen userà il buon senso per garantire il rispetto delle misure. La polizia, ad esempio, pattuglierà per assicurarsi che i locali chiudano in orario.
Altri comuni, come Retie, Berlaar e Turnhout, che si trovano al confine con il Vlaams-Brabant non hanno avuto nuovi contagi, ma devono comunque rispettare il coprifuoco e indossare la mascherina nei luoghi pubblici.
La governatrice della provincia di Antwerpen, Cathy Berx, tuttavia, martedì ha difeso le decisioni prese. “Il virus non conosce confini, tutto può accadere molto rapidamente”, ha detto, “per questo si è deciso di estendere le misure a tutta la provincia”.