Tre tamponi su dieci per il Covid-19 sono falsi negativi. E’ quanto ha dichiarato il dott. Patrik Vankrunkelsven, docente di medicina generale all’Università di Lovanio, sul sito web del centro belga di medicina evidence-based CEBAM. In poche parole, tre tamponi su dieci che danno un risultato negativo effettivamente si rivelano positivi.
Le conseguenze sono serie. Al momento è possibile che le persone siano infette e tuttavia si credano pulite perché non hanno sintomi. Questo li indurrebbe a comportarsi normalmente invece di autoisolarsi. In questo modo rischiano di contagiare involontariamente gli altri. Se fossero testati e avessero dato un risultato falso negativo, tuttavia, avrebbero maggiori probabilità di non avere il virus e di comportarsi di conseguenza.
“Ci sono molte ragioni per cui un tampone può essere falso negativo: un’insufficiente presenza di virus nel muco nasale, la qualità e i tempi del campione, le condizioni di trasporto e il margine di errore del test stesso”, ha affermato il dott. Vankrunkelsven. “Il risultato non è quindi sempre affidabile. Le cifre non possono mai essere perfettamente accurate, ma un’ipotesi prudente è quella di stimare che tra tutte le persone infette che si sottopongono a tale test, solo il 70% è dichiarato positivo e, in altri casi, l’interessato è erroneamente etichettato come non infetto.”
Tuttavia i tamponi sono utili per fornire un quadro epidemiologico generale della diffusione e dell’evoluzione del virus, ma la loro utilità a livello individuale è limitata, ha detto. Mentre il governo si muove per aumentare il numero di tamponi, in particolare nelle case di cura, l’imprecisione del test stesso può dare un falso senso di sicurezza. “I test disponibili non cambiano quindi molto nella politica concreta in questi istituti di cura residenziali”, ha affermato. “Gli assistenti sanitari devono applicare misure di protezione e praticare una rigorosa igiene delle mani prima e dopo ogni contatto con un residente.”
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