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Belgio, Abou Jahjah: alle amministrative del 2018, liste “delle minoranze” come in Olanda

Dyab Abou Jahjah, lo scrittore ed attivista belga-libanese fondatore dell’organizzazione Movement X crede sia arrivato il momento di lanciare anche in Belgio un partito delle minoranze musulmane come Denk nei Paesi Bassi. Lo scrive in un pezzo pubblicato dal settimanale Knack  “Nel 2003 ho partecipato alle elezioni federali con la lista AEL (Lega araba europea) raccogliendo 17.604 voti; a me andarono ben  9.000 voti di preferenza” dice Abou Jahjah, secondo il quale i tempi, allora, non erano maturi mentre la situazione storico-politica del Continente imporrebbe una mobilitazione delle minoranze.

“Il paese è pronto per nuove iniziative politiche con radici nella comunità musulmana. Il successo di Denk nei Paesi Bassi, scrive ancora Abou Jahjah, è il segnale della necessità dell’avvento di una controparte fiamminga”. Secondo lo scrittore, in molti ritengono avventata una decisione simile perchè i movimenti identitari finirebbero per inasprire il clima di polarizzazione; in realtà, taglia corto lo scrittore di origine libanese, i più grandi movimenti identitari di oggi sono quelli del nazionalismo europeo.

E non si trovano rappresentati da partiti come il Vlaams Belang in Belgio, il Fronte Nazionale in Francia, e il PVV di Wilders nei Paesi Bassi. N-VA belga  e nei Paesi Bassi il VVD e il CDA perseguono gli stessi obiettivi, nonostante il loro tono apparentemente più moderato.

Quei movimenti, continua nel suo intervento Abou Jahjah, sono i responsabili della polarizzazione;  in questo quadro di rinnovato interesse per il nazionalismo, è emerso un movimento identitario come Denk che propone una forma “alternativa” di nazionalismo olandese.  Un patriottismo che sottolinea la distinzione tra cittadinanza e identità: olandesi certamente ma non legati ai valori tradizionali dell’Olanda bianca.

 

Secondo lo scrittore belga, sarebbe lo scollamento tra cittadinanza e nazionalità, alimentato dalla globalizzazione e dalla crescente diversità tra gli elementi che compongono lo stato.

“In Belgio abbiamo una soglia di sbarramento del 5% alle elezioni federali e a quelle regionali fiamminghe, un quorum molto difficile da superare. D’altronde Denk, in Olanda, si è fermato al 2,3%”, sostiene Abou Jahjah che promuove delle liste locali per le amministrative del 2018, nelle città a più alta densità di minoranze: Genk, Gand e Anversa. I temi su cui dovrebbe focalizzarsi una lista che unisce le minoranze è soprattutto la lotta alle discriminazioni.

La scorsa settimana, il consigliere del Limburgo belga di origine turca,  Ahmet Koç, eletto nelle liste dell’ sp.a il partito socialista fiammingo aveva lanciato l’idea di un progetto simile in Belgio. Un partito “sociale” che raccolga il voto delle minoranze contro l’ondata populista

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