In Belgio sarà una giornata intensa quella di oggi: non solo le europee ma anche il rinnovo del parlamento federale e di quelli delle tre regioni linguistiche -Fiandre, Vallonia e comunità di lingua tedesca- più il parlamento di Bruxelles capitale verranno votati da oltre otto milioni di elettori.

Quello belga è uno dei più complessi meccanismi di rappresentanza politica conosciuto, in larga parte condizionato dalla separazione linguistica del paese.
Over een viertal uur verwachten we de eerste resultaten van de #verkiezingen van het @vlaparl uit de telbureaus. Bekijk ze op https://t.co/tsiCebllfa#vlaanderenkiest #vlaparl #vk2019 @ABB_Vlaanderen pic.twitter.com/xD5M9wX9jt
— Vlaams Parlement (@vlaparl) May 26, 2019
Gli elettori dovranno rinnovare il parlamento federale e le assemblee regionali delle comunità fiamminga, vallona e tedesca oltre al parlamento -bilingue, olandese e francese- che governa la capitale.
Non saranno, quindi, solo i 21 seggi che spettano a Bruxelles -capitale del Belgio- per il parlamento europeo ma anche i 150 deputati del parlamento nazionale, che a loro volta eleggeranno 50 dei 60 senatori.
La divisione delle competenze, nonostante si tratti di un sistema molto simile a quello regionale italiano, è un vero e proprio rebus per la ripartizione rigida di risorse e responsabilità sulla base della divisione linguistica del paese.
Una situazione tanto complessa ha portato il Belgio a segnare il record mondiale per i tempi di formazione di un esecutivo: il paese è stato senza governo per ben 541 giorni prima che una coalizione con maggioranza venisse trovata.
En direct dès 14h : les déclarations d’intérêt régional, les questions urgentes et les questions d’actualité sur le site web du #ParlWal, #ParlWalTV et @Lesteleslocales.https://t.co/RLd7xFn0Wv pic.twitter.com/1UYVK2tkKh
— Parlement de Wallonie (@ParlWallonie) May 3, 2019
L’esecutivo uscente, un governo di centro-destra, guidato dal francofono Charles Michel era composto da tre partiti fiamminghi e un partito vallone che ha ottenuto anche la guida del governo. Un’anomalia nella storia politica belga dove, solitamente, la guida dell’esecutivo va al partito di maggioranza relativa