IT

IT

Anna Kournikova, il virus che infettò il mondo nel 2001

CoverPic @TwoWings | Source: Wikimedia | License: C.C.  3.0 Unported

Ancora una volta è un virus a essere protagonista, ma stavolta il Covid non c’entra nulla.

Ieri, infatti, ricorreva l’anniversario dell’attacco informatico dell’11 febbraio 2001 ideato da Jan de Wit, studente olandese di 20 anni, con lo pseudonimo OnTheFly.

L’attacco era stato progettato per invitare gli utenti ad aprire un allegato e-mail, che all’apparenza sembrava un’innocua immagine della tennista professionista Anna Kournikova. E, invece, nascondeva un dannoso programma.

Il worm – una particolare categoria di malware in grado di autoreplicarsi – arrivava in un’ e-mail con oggetto “Ecco a voi, ;0)” e il file allegato AnnaKournikova.jpg.vbs. Una volta aperto in Microsoft Outlook, l’allegato non mostrava affatto una foto della tennista, ma un programma VBScript che si inoltrava immediatamente a tutti i contatti nella rubrica della vittima.

La confessione del giovane hacker

David L. Smith, l’artefice del virus Melissa del 1999 che al tempo stava ancora scontando la sua pena, iniziò a collaborare con l’FBI e li aiutò a scovare l’identità di De Wit. Lo studente si consegnò alla polizia della sua città natale Sneek il 14 febbraio 2001, dopo aver pubblicato una confessione su un sito web e un newsgroup dedicato alla tennista.

De Wit, stando alla sua stessa confessione, ha creato Anna Kournikova in poche ore utilizzando un semplice programma online Visual Basic Worm Generator, creato da un programmatore argentino chiamato [K]Alamar.

Il ventenne ha ammesso la creazione del virus utilizzando un toolkit, e ha detto che le sue motivazioni erano quelle di testare se la comunità informatica avesse implementato la procedura di sicurezza all’indomani di alcuni attacchi informatici. Ha anche attribuito la colpa del tasso di diffusione del virus alla bellezza della stessa Kournikova, e ha persino incolpato coloro che hanno aperto l’e-mail, scrivendo: “è colpa loro se sono stati infettati”.

SHARE

Altri articoli