C’era una volta Amsterdam, la capitale che finanziava arte, cultura e spese sociali; poi è arrivata l’austerità e la giunta destra-centro-sinistra di Amsterdam, ad un anno dall’insediamento, si trova a dover fare i conti con i sussidi statali all’associazionismo. Le posizioni sono note: a destra, il VVD vorrebbe tagliare tutto, per poter poi tagliare le tasse, mentre l’SP vorrebbe incrementare la spesa sociale; in mezzo il D66 che media tra il nuovo corso di Amsterdam ed il suo ruolo di “partito liberale ragionevole”. Il gioco del cerino tra le associazioni e le istituzioni sociali è durato per mesi, poi ieri, 27 maggio, la svolta: il consiglio comunale ha reso nota la lista delle organizzazioni colpite dalla cesoia e per alcune, come Artis o il sistema bibliotecario, potrebbe significare un pesante ridimensionamento delle attività mentre per altre, come il Circus Elleboog, la chiusura. La notizia di tagli pesanti ad organizzazioni di prossimità e alla voed bank, a fronte di erogazioni inalterate per l’Amsterdam Dance Event e per Amsterdam Marketing girava da un pó ma alla fine, il quadro della riduzione dei sussidi vede un risparmio di appena 25 milioni, a fronte di una spesa annua di 641 milioni di euro.
Le reazioni politiche sono arrivate a stretto giro: furioso il Groenlinks, grande sostenitore dei finanziamenti pubblici alla cultura, che parla di “tagli incomprensibili perché non giustificati da ragioni di bilancio” e se la prende con gli “hobby della destra”, come l’agenzia comunale “Amsterdam Marketing”, mantenuti a spese delle associazioni che operano in ambito sociale. Intanto fa scandalo, la notizia del finanziamento da parte del comune, al tennis club dei dipendenti dell’ABN-AMRO: lo scorso anno, mentre veniva approvato il piano che prevedeva la riduzione dei sussidi, la giunta erogava 24.070 per il circolo di Amstelveen riservato agli impiegati della banca di stato.
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