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Amsterdam Pride, Gay Pride, Roze Zaterdag: 40 anni di lotta per l’emancipazione della diversità

di Licia Caglioni e Massimiliano Sfregola

Con la Pride Walk ha avuto ufficialmente inizio la settimana del Pride Amsterdam, l’ex Gay Pride -dal 2016 solo Pride per dare spazio anche alle altre componenti del movimento per l’emancipazione di genere e cioè persone transgender, non binarie, queer- che dal 27 luglio al 4 agosto colorerà le strade della capitale.

A partire da oggi, in città si svolgeranno centinaia di eventi arcobaleno di ogni tipo e come ogni anno, il culmine dei festeggiamenti si raggiungerà con la canal parade di sabato 4 agosto.

Quest’anno, l’evento avrà un significato particolare, una sorta di “terapia di gruppo” per il movimento stesso che si confronta con nuove sfide che vanno oltre la battaglia per il riconoscimento della diversità. A cominciare dalla natura stessa del movimento: quale posto per queer e transgender? E soprattutto quale posto per la politica, schiacciata sempre più da sponsor e “rainbow washing”?

Un pò di storia

Stonewall_Inn_1969
Wiki: Stonewall Inn 1969

Il primo Gay Pride di Amsterdam si svolse nel 1996, ma nonostante il nome, l’orgoglio gay della città olandese ha un’origine diversa da quello di altri Paesi. Mentre il Gay Pride nel resto del mondo era nato in ricordo della prima protesta di piazza della comunità LGTB (i famosi moti di Stonewall, New York, 1969), in Olanda, la tradizione nasce come indipendente con il nome di Roze Zaterdag (Sabato rosa). Istituito nel 1979, dal 1981 il Roze Zaterdag è celebrato ogni anno in Olanda e Belgio.

Fino ai primi anni 90, Amsterdam era considerata la capitale gay friendly d’Europa. Riconosciuta per la sua tolleranza, era diventata un rifugio per cittadini europei omosessuali in fuga dal bigottismo provinciale che vi si trasferivano alla ricerca di un ambiente più amichevole dove vivere la propria sessualità in libertà. In quegli anni, la comunità gay di Amsterdam amava ritrovarsi nella zona di Zeedijk, in cui ancora oggi si trovano alcuni bar storici della cultura omosessuale come il Café ‘t Mandje.

Il 1994 segnò la fine di un’era. Amsterdam ospitava il terzo Europride che accanto alla tradizionale e colorata street parade, fu teatro di episodi espliciti che non furono graditi da alcuni dei 67.000 visitatori. Le conseguenze, furono un disastro economico per l’organizzazione.

https://www.youtube.com/watch?v=m0xVlBLsqW0

Ma l’approccio alla questione LGBT, intanto, era mutato in molti Paesi del mondo e il primato di Amsterdam Capitale europea LGBT, veniva negli anni ’90, conteso da altre città, Berlino e Londra in testa. Il quartier generale della vita sociale e notturna della comunità gay della capitale, si trasferi dunque a Reguliersdwarsstraat e nel 1996 è stato organizzato il primo Amsterdam Pride.

Dal ’94 meno politica, più festa e molte proteste

Da questo punto in poi, il Pride ad Amsterdam si sgancia dalla tradizione del Roze Zaterdag e diventa una celebrazione di libertà e diversità, commerciale e con un respiro meno politico rispetto agli albori. 

Benché sia oggi superato in fama e clamore dal Gay Pride, il Roze Zaterdag è tutt’ora celebrato a fine giugno. L’edizione di quest’anno si è svolta nell’est del paese, a Venlo e Krefeld. 

La marcia del Roze Zaterdag resta l’evento storico della lotta per i diritti della comunità gay olandese. E intanto una serie di proteste hanno investito l’evento negli ultimi tempi: le componenti transgender e queers non si sentono rappresentate. E in molti denunciano l’eccessiva commercializzazione del Pride.

Pezzo originale di Licia Caglioni; aggiornamento 2019, Massimiliano Sfregola

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