I coffeeshop di Amsterdam e il loro futuro: la sindaca Femke Halsema ha scritto una lettera al consiglio comunale a seguito di un’indagine dell’ufficio OIS, che era stata richiesta dalla giunta, sulla cannabis. Secondo il report, il 65% dei turisti che si aggirano per il Red Light, usano o cercando di acquistare cannabis. Queste conclusioni servono per calibrare una strategia di contenimento dei fastidi provocati dall’eccessiva turisticizzazione del centro.
Simone van Breda, presidente ad interim dell’Associazione dei rivenditori di cannabis, scrive AT5, si dice contrario ad un’ulteriore riduzione dei coffeeshop: ne sono già stati chiusi tanti e la diffusione in giro per la città è già avvenuta, ha detto. E i risultati? Il turismo non è calato e con esso non si sono ridotti i disagi.
Per il 44 percento degli intervistati nel sondaggio OIS, un divieto di accesso ai coffeeshop sarebbe un motivo sufficiente per non visitare più Amsterdam. Questa soluzione viene contestata da van Breda, citando l’esempio negativo di Maastricht dove il pass non ha sortito risultati significativi.
La lettera chiarisce inoltre che Halsema vuole rendere il commercio di cannabis più trasparente e gestibile. Un modo per farlo è regolare “il backdoor” ossia la zona grigia ancora fuori dal controllo amministrativo. Ad oggi, la vendita al dettaglio è tollerata ma le scorte non lo sono.