Dopo l’accaduto, la Cambogia ha reso illegale la maternità surrogata, senza fare accordi con i genitori che già stavano aspettando un bambino. Verschuuren e Maarsi hanno tentato ripetutamente di contattare New Life, ma senza alcun risultato. Poi, con l’aiuto del Volkskrant, hanno viaggiato in Cambogia per cercare la donna. Una volta trovata, la gestante ha accettato di firmare i documenti per far sì che Verschuuren fosse ufficialmente il padre del bambino. Vershcuuren è tornato in Cambogia per essere presente alla nascita del figlio in un ospedale di Phnom Penh.
Il bambino aveva già nazionalità olandese, ma necessitava di un passaporto olandese per poter lasciare la Cambogia. Poiché non esiste un’ambasciata olandese in Cambogia, è entrata in aiuto l’ambasciata olandese di Singapore. Verschuuren e la madre surrogata hanno chiesto un passaporto all’ambasciatore olandese di Bangkok, che si trovava per una visita consolare in Cambogia. Secondo il Volkskrant, l’impiegato dell’ambasciata ha accertato che la donna cambogiana avesse capito cosa stesse succedendo e che il bambino sarebbe stato portato nei Paesi Bassi.
Verschuuren è riuscito a tornare in Olanda con suo figlio e la donna cambogiana è più vicina al raggiungimento di un’indipendenza finanziaria, scrive il giornale. Nonostante questo episodio, la gestazione surrogata è ancora un argomento molto controverso per la facilità con cui una donna bisognosa di aiuto possa trarne vantaggio.