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Allarmante report del Consiglio d’Europa sulla crisi abitativa: bisogna pensare ai diritti umani. Citata anche l’emergenza in Olanda

La Commissione per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha pubblicato un comunicato stampa, firmato dalla commissaria per i diritti umani Dunja Mijatović, per fare il punto sul problema degli alloggi in Europa, che sta diventando sempre più critico. Nel comunicato si afferma che il numero di alloggi è sempre più scarso e i prezzi sono sempre più alti: questi fatti pongono una grande quantità di persone in una costante insicurezza. Se i governi europei non faranno qualcosa, la crisi potrà solo che peggiorare. A causa di questa scarsità di alloggi, molte persone sono costrette a vivere in palazzi fatiscenti e case al di sotto degli standard, in zone molto distanti dai centri cittadini, dove i servizi basilari e la qualità della vita sono molto bassi.

I costi per mantenere una casa in Europa, tra bollette e costi di manutenzione, sono anch’essi eccessivi per una famiglia, arrivando a incidere fino al 40% del bilancio familiare. Un report della Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa del 2017 ha mostrato che questi oneri sono eccessivi per un terzo tra le fasce più basse di reddito nella zone UE/EEA. Nelle fasce di giovani che vivono al di sotto della soglia di povertà, nei Paesi Bassi il 62% è aggravato dagli oneri dei costi abitativi.

In molti paesi dell’Unione Europea non vi sono piani a lungo termine per gli alloggi. Molti sono affidati al settore privato e alle associazioni no-profit. La spesa media per case sociali da parte dei governi è circa dello 0,66% ed destinata a diminuire. In molti paesi si punta molto sui sussidi più che sull’edilizia popolare.

Dalla crisi economica del 2008, che ha toccato particolarmente il settore immobiliare, non sono stati fatti grandi progressi. Tra il 2017 e il 2018 il numero di persone senza casa è considerevolmente aumentato, secondo i dati del European Federation of National Organisations Working with the Homeless (FEANTSA) e della Fondazione Abbé Pierre. Fanno eccezione solo Norvegia e Finlandia, che hanno saputo adottare politiche a lungo termine e di cooperazione tra loro per far fronte al problema. Tra le categorie più colpite vi è anche quella dei bambini, secondo un report del 2018 di FEANTSA.

Nella grande maggioranza di casi si cerca semplicemente di nascondere il problema, per evitare di affrontarlo. Diversi organi europei, come la Corte per i diritti umani e il Comitato europeo per i diritti sociali e la Corte di giustizia dell’Unione Europea sono intervenuti per garantire i diritti umani degli affittuari rispetti a quelli contrattuali dei proprietari. C’è bisogno, però, di politiche governative che portino avanti queste strategie, si legge nel comunicato stampa.

Un report dell’Unione Europea del gennaio 2018 di Leilani Farha mette in evidenza come il problema sia sempre più critico. Bisogna prestare attenzione e mettere al centro i diritti umani. L’emergenza abitativa deve essere inserita nell’agenda dell’Unione Europea del 2030, presentando soluzioni a lungo termine. Il comunicato termina con alcune proposte che i paesi europei dovrebbero adottare, come:

  • Accettare di essere vincolati dall’articolo 31 della European Social Charter rivista (RESC), in materia di abitativi. Di 34 paesi, solo 10 hanno deciso di seguire l’articolo 31.
  • Trovare strategie abitative a lungo termine.
  • Investire in case sociali e a prezzi accessibili.
  • Sradicare e prevenire urgentemente le situazioni in cui le persone si trovano senza casa, specialmente tra a popolazione infantile, la più colpita.

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