Adam Buskers, arte di strada vagabonda nella capitale

di Marco Meazza

Passeggiando per Amsterdam, si è soliti incontrare personaggi unici, che raccontano storie degne delle Mille e una Notte. Qualche settimana fa, mentre passeggiavo per Museumplein, ho incontrato Luciana e Israel, due ragazzi di origini brasiliane che, per passione, si dedicano all’arte di strada.

“Siamo entrambi originari del Brasile, ma ci siamo incontrati e fidanzati in Australia dove siamo capitati per motivi diversi. Io ero lì per fare un corso di inglese che mi sarebbe servito per fare carriera nell’industria dove lavoravo ai tempi, mentre Luciana era già mossa da una voglia di esplorare il mondo”, racconta Israel. “Probabilmente è lei che mi ha mosso qualcosa dentro, perchè dopo l’Australia, la routine ha cominciato a starmi stretta. Così abbiamo deciso di girare il mondo in due. Venduta l’auto e lasciato il posto di lavoro garantito, abbiamo salutato il Brasile in vista di nuovi orizzonti”, conclude.

Date le origini italiane di Luciana, insegnante qualificata di Yoga, l’Italia è stata la prima tappa del viaggio. E poi Portogallo, Spagna, Dublino e Amsterdam e un biglietto appena preso per la prossima meta: l’India, come racconta Luciana.

“In India andremo in un Ashram (un monastero induista) per approfondire le mie conoscenze dell’antica arte Yoga. Il sogno e’ quello di aprire un giorno in Brasile un centro olistico/culturale dove poter condividere le esperienze e conoscenze collezionate durante il nostro itinerario. Ora stiamo lavorando sull’apertura di un sito web Byosfera dove pubblicare da delle lezioni di Yoga a dritte e consigli sulle città dove ci fermiamo più a lungo. L’intento è quello di fornire una sorta di first help, di guida per quelle persone che come noi decidono di allontanarsi da casa senza un grosso budget alle spalle.”

Quindi si può dire che, in vista del vostro sogno, viviate facendo gli artisti di strada? ­

“Macché”, continua lei, “Io faccio la cameriera e lui lavora come pizzaiolo. Stare in strada a suonare per noi è un piacere più che un lavoro. Lo facciamo per aggregare le persone e per rallegrare i passanti, li invitiamo a suonare… per noi e un divertimento! C’e’ chi si ferma ad ascoltare, timidamente scatta qualche foto e scappa via e chi invece si ferma per improvvisare un pezzo e magari condividere uno snack.”

“Certo c’é anche chi lascia una mancia”, dice Israel, “ma noi lo facciamo soprattutto per la gioia di stare in mezzo alle persone per creare nuove amicizie e fare nuove conoscenze. Qualche giorno fa per esempio siamo stati invitati dal proprietario di un ristorante a suonare nel suo locale. Fra qualche giorno suoneremo a un compleanno, oppure oggi abbiamo incontrato una giovane coppia di Indiani originari di un villaggio vicino a dove andremo fra qualche settimana e ci hanno lasciato i loro numeri.”

Così, sognando la costa Amalfitana come tappa futura al rientro dall’India, mi salutano comunque contenti del gruzzoletto accumulato. ­“Ora possiamo andare a comprare qualcosa da mangiare, sai, non avevamo contanti oggi prima di iniziare la giornata­”. 

Quando, dicono, la ricchezza non fa la felicità

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