Sicurezza, governo discute sulla “cyber-pirateria di stato”

Il governo sta lavorando ad un pacchetto sicurezza per affrontare la questione del jihadismo. Tra le misure annunciate, verranno affidati alla polizia maggiori poteri di vigilanza sul web. In un comunicato a firma dei ministri della giustizia Ard van der Steur e dell’interno Ronald Plasterk, si parla di infatti di concludere l’approvazione del Computercriminaliteit III, una legge in discussione dal 2013.

Una decisione, quest’ultima, criticata dall’Osservatorio sulla privacy e da vari esperti di IT.

“Se la norma passasse, qualunque software o strumento informatico, incluse reti, pc e smartphone, potrà essere violato per ragioni di sicurezza” dice a 31mag.nl Ton Siedsma, dell’associazione per i diritti informatici Bits of Freedom.

“Tenere la cittadinanza all’oscuro della vulnerabilità di software o reti, per sfruttarla in funzione investigativa, non aumenta la sicurezza della popolazione ma riduce gli spazi di libertà” prosegue Siedsma. Il governo, secondo quanto trapelato dalla stampa, vorrebbe infatti mantenere il riserbo su eventuali “debolezze” di alcuni software molto diffusi per poter “bucare” la privacy di sospetti, ma anche di persone terze.

“Sarebbe certamente la legislazione più invasiva d’Europa”, conferma l’esponente di Bof, “avere ampia facoltà di spiare da webcam o microfoni, qualunque sia la ragione, rischia di violare i diritti fondamentali.”

Nonostante i partiti di maggioranza concordino con la discussa riforma, rimane per ora un’incognita il supporto al senato. Secondo altri esperi sentiti dal quotidiano AD, poi, il rischio concreto è che l’assenza di paletti nelle indagini possa finire per danneggiare cittadini innocenti.

SHARE

Altri articoli