Celle per taccheggiatori nel Bijenkorf? Per il giudice sono illegali

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grande magazzino Bijenkorf, in piazza Dam, è stato condannato la scorsa settimana a risarcire un cliente, fermato  ingiustamente dalla sicurezza lo scorso Febbraio. La disavventura del turista bulgaro, scambiato per un ladro, è iniziata quando la sicurezza lo ha bloccato e trattenuto per mezz’ora in una sorta di “cella di sicurezza” improvvisata nel sottoscala dell’edificio. All’uomo, un designer bulgaro in vacanza nella capitale, il personale di vigilanza ha sequestrato il passaporto per poi restituirglielo una volta accertato il malinteso. Ma a Vasco Dimitrov, questo il nome del malcapitato, le scuse non sono bastate: ha portato in tribunale la direzione del Bijenkorf ottenendo un risarcimento di 250e. Ai microfoni dell’emittente AT5, Dimitrov ha raccontato che nella mezz’ora di prigionia ha chiamato dal suo cellulare la polizia che tuttavia si sarebbe rifiutata di intervenire. Davanti ai giudici, il direttore del grande magazzino si è difeso sostenendo che le forze dell’ordine sarebbero a conoscenza dell’esistenza della cella del Bijenkorf . Ma il tribunale , nella sentenza, ha smentito la possibilità che privati possano gestire camere di sicurezza dove trattenere i presunti taccheggiatori; tale poteri, hanno ribadito i giudici, spettano solo alla polizia.

 

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