Un testa a testa tra partiti liberali e populisti, tra euro (più o meno) entusiasti e scettici; la divisione tra cristiano-democratici e laburisti di una volta, e quella poi tra quest’ultimi ed i liberali del VVD cedono ora il passo ad una confusa frammentazione che rischia, nel dopo elezioni di maggio, di bloccare del tutto il parlamento olandese. Secondo un recente sondaggio dell’istituto IPSOS, sulle intenzioni di voto per le provinciali del 18, sarebbero ben tre a parimerito, i partiti più votati del Paese, il PVV di Wilders, i liberal-progressisti del D66 e la sinistra radicale dell’SP. Se si fosse votato oggi, ognuno di loro si sarebbe garantito, secondo IPSOS, 12 seggi al Senato. A seguire di una posizione i liberali-governativi del VVD, quindi il redivivo CDA che arriverebbe a 9 e prima delle liste minori, un Pvda ridotto a partito marginale, che occuperebbe appena 6 scranni della rinnovata Eerste Kamer. E’ curioso come un voto di scarso rilievo politico, come il rinnovo dei consigli provinciali, finisca per assumere un peso politico nazionale a causa del “ticket” con l’elezione del Senato. E sarà allora a maggio, che gli equilibri per l’attuale esecutivo, potrebbero mutare in maniera radicale: se la maggioranza perdesse davvero 16 seggi, il lavoro alla camera Alta potrebbe diventare una distruttriva corsa ad ostacoli quotidiana per il governo, che nel nuovo Senato, si troverebbe davanti un’informe maggioranza “tutti contro tutti”.
Author: Marco Verch, Source: Flickr, License: CC