Sono circa 397 le compagnie straniere che hanno aperto le loro attività in Olanda l’anno scorso, 78 di queste si sono trasferite in NL a causa della Brexit, dichiara l’Agenzia Olandese per gli Investimenti Esteri (NFIA) in un nuovo report. Molte delle aziende hanno optato per creare altri tipi di business nei Paesi Bassi piuttosto che nel Regno Unito a causa del futuro incerto. La NFIA è in comunicazione con 425 compagnie che stanno considerando di trasferirsi in Olanda e di espandere le loro attuali attività.
‘Il futuro di queste compagnie dipenderà dagli accordi economici tra UK ed UE,’ afferma il direttore dell’agenzia Jeroen Nijland, ‘L’impatto di queste scelte cambierà da settore a settore, la pressione sarà alta quest’anno. Molte di queste compagnie stanno aspettando i risultati di questa nuova “intesa” tra le due parti prima di procedere con gli investimenti.’ Si stima che nei prossimi tre anni le compagnie offriranno 14,000 posti di lavoro e investiranno 4.3 miliardi di euro nel mercato olandese, afferma la NFIA.
‘Le compagnie straniere sono un importante contributo alla nostra economia e occupano circa il 30% degli investimenti privati in Ricerca e Sviluppo,’ dichiara il Ministro dell’Economia Erik Wiebes. La maggior parte degli investimenti arrivano dal Nord America e dall’Asia (93% e 94%), seguite dall’Europa con il 55%.
Giusto un anno fa, si parlava di “esodo” verso l’Olanda per la Brexit: Michiel Bakhuizen, portavoce del Netherlands Foreign Investment Agency (NFIA) disse che 250 compagnie sarebbero state impegnate in colloqui con l’esecutivo olandese. Il numero di aziende disponibili al salto della Manica è cresciuto esponenzialmente: 80 nel 2017, 150 nel 2018 e ora oltre 250.
Secondo il quotidiano Independent, l’Olanda sarebbe stata ben preparata alla Brexit meglio del Regno Unito stesso, assumento 1000 funzionari delle dogane per poter fronteggiare i possibili disagi causati da un eventuale no-deal. L’essere stati previdenti, alla fine, sembra aver pagato.