Per più di 20 anni, l’Amsterdam Dance Event (ADE) ha portato nei Paesi Bassi vari addetti ai lavori a vivere un’esperienza a metà strada tra un incontro a cadenza annuale e un festival. Quest’anno, con oltre 2.500 artisti provenienti da tutto il mondo, la kermesse di musica elettronica ha cercato di soddisfare i fan con eventi che sono andati dalle performance Monstercat a techno party ispirati al Berghain di Berlino.
Pochissimi artisti sono in grado di offrire una panoramica così ampia come quella dell’icona olandese Ferry Corsten che, nel corso della sua carriera, ha avuto l’opportunità di vedere l’evento crescere dal suo studio di Rotterdam.
A proposito del suo modo di scrivere musica da Looking Forward in avanti, il producer ha confessato di iniziare da una linea melodica. Considerato per anni tra i dieci dj migliori al mondo e conosciuto anche con lo pseudonimo di System F, Corsten è uno dei pionieri della trance: inizia nel 1991 producendo pezzi hardcore; l’apice del successo arriva anche con le collaborazioni con altri deejay famosi a livello internazionale come l’amico Tiësto e Armin van Buuren.
In un’intervista concessa alla webzine di musica e cultura Dancing Astronaut, il dj olandese afferma di non ricordare quale sia stato il suo primo concerto da spettatore, forse da ragazzo un evento al club Tomorrowland di Rotterdam: “è stato il primo vero locale in cui sia mai stato. Mi sono da sempre interessato alla musica, ma è stata la combinazione di clubbing e dance music che mi ha portato a fare musica in prima persona”
Corsten afferma: “penso che l’ADE si sia sviluppata nel corso degli anni e che continuerà ad assecondare le richieste di ciò che la dance music richiederà in futuro. Oggi, il ritmo della musica e della tecnologia si sta muovendo molto più velocemente rispetto a molti anni fa. Fino a ora, l’ADE è riuscita ad anticipare queste tendenze e non vedo perché non possa essere in grado di farlo ancora”.
L’Amsterdam Dance Event ha smesso da tempo di essere solo un evento legato alla musica olandese: è ormai una piattaforma internazionale che però non sarebbe mai stata pensabile se non fossimo partiti proprio dall’esperienza olandese.
Tra Amsterdam e Rotterdam, ha sempre scelto la seconda, forse anche in virtù di una dimensione meno “caotica”. A proposito del burn-out a cui sono soggetti molti suoi colleghi, Corsten rivendica “di essere una persona molto equilibrata: per essere in questo settore si deve avere un buon senso di chi si è e non credere nell’hype. A volte è bene dire qualche no e non sì tutto il tempo. Si deve imparare a organizzare la propria vita, indipendentemente da dove ci si trovi”